di Chiara Beatrice Ghini
Cosa hanno in comune contadine e contadini di Nariño, la più al sud delle regioni colombiane, indigeni e indigene Nasa delle montagne del Cauca, un po’ più a nord, e contadini delle valli e montagne piemontesi? Forse l’attaccamento e l’amore per la propria terra, la determinazione a difendere bellezza e ricchezza del loro territorio, la capacità di costruire, con piccoli ma quotidiani gesti, una società dove gli uomini possano vivere in armonia tra loro e con la natura.
Durante il mio anno di servizio civile in Colombia ho avuto la fortuna di conoscere due realtà, la Asociación para el Desarrollo Campesino- ADC, e il Centro de Educación, Capacitación e Investigación para el Desarrollo Integral de la Comunidad – CECIDIC che da decenni lavorano per costruire spazi di autonomia per le comunità che rappresentano- contadine e indigene- a partire dalla sovranità alimentare. CISV lavora con entrambe da molti anni, tessendo una relazione- un “hermanamiento”– che va al di là dei singoli progetti di cooperazione.
Nel corso di quest’anno, per la prima volta, ADC e CECIDIC hanno avuto modo di incontrarsi e conoscersi, e hanno cominciato a immaginarsi un futuro di attività realizzate insieme. L’incontro ha permesso il riconoscimento di obiettivi comuni: entrambe le organizzazioni si impegnano affinché i contadini e le popolazioni indigene possano Vivere Bene nei propri territori, cioè in armonia con l’ambiente naturale, socio-economico, politico, culturale, tecnologico; un concetto molto lontano da quello di crescita economica. Per questo, entrambe lavorano per la costruzione della sovranitá alimentare, con un approccio agroecologico. La sovranitá alimentare é considerata infatti un pilastro indispensabile per valorizzare e rafforzare la cultura e i saperi tradizionali, per generare un’economia solidale, e quindi creare forme di gestione partecipativa del territorio, a partire dalla promozione di stili di vita e forme di convivenza alternativi alle dinamiche di accumulazione, esclusione e sfruttamento proprie del capitalismo. Perché questo sia possibile, ritengono fondamentale un approccio agroecologico: produrre con principi agroecologici significa aumentare l’autonomia degli agricoltori nel controllo del processo produttivo, il primo passo per avere un controllo reale del proprio territorio; significa avere continua disponibilitá e accesso a una diversitá di alimenti sani, nutrienti e culturalmente appropriati; significa conservare i semi autoctoni e quindi la propria cultura e la biodiversità; significa, come dice Patricia Jojoa, parte di una delle famiglie contadine fondatrici di ADC, cercare un’equilibrio tra uomini e natura, basato su un continuo ricevere e restituire. Un equilibrio, che, mentre rigenera costantemente le nostre fonti di sostentamento, garantisce anche una convivenza pacifica tra gli uomini: le risorse non sono scarse e non dobbiamo competere per accaparrarcele, se impariamo a prendercene cura. Agroecologia significa, infine, come ricorda sempre Vicente, direttore di ADC, organizzarsi, allearsi, diventare movimento, affiché questo modello produttivo si rafforzi e venga replicato, e possa quindi incidere e trovare spazio nella definizione di politiche pubbliche.
Per mettere in pratica tutto questo ADC lavora con famiglie contadine e indigene affiché il loro sistema produttivo diventi più sostenibile e autonomo, a partire da un riconoscimento e una valorizzazione di ciò che già si ha a disposizione. Lavora per promuovere l’organizzazione tra le famiglie, perché possano avere una voce all’interno delle rispettive comunità; per sensibilizzare i più piccoli all’amore per il proprio territorio, perché possano, da grandi, continuare a difenderlo; e perché le famiglie possano avere gli strumenti per comunicare quello che fanno, come mezzo di riconoscimento e rafforzamento del processo che stanno portando avanti, e come mezzo di incidenza politica. Dal canto suo, il CECIDIC è un attore fondamentale nella progressiva costruzione di un governo autonomo all’interno del territorio indigeno Nasa del Nord del Cauca.
Infatti, come centro di educazione permanente della comunità Nasa, il suo compito è quello di fornire alla popolazione tutti gli strumenti per la realizzazione e l’esercizio di tale autonomia, costituzionalmente riconosciuta, in campo educativo, socio-economico, culturale. Per quanto riguarda l’aspetto propriamente produttivo, il CECIDIC ospita una scuola di agroecologia, dove si formano studenti provenienti da diverse parti del paese. La formazione è integrale (tecniche produttive e di allevamento, studio dell’ambiente naturale, tecniche di trasformazione degli alimenti, strategie di commercializzazione, studio del contesto sociale e comunitario), e l’obiettivo è formare persone in grado di replicare e promuovere l’agroecologia nei rispettivi territori di origine. Il frutto del riconoscimento reciproco tra le due organizzazioni è la voglia di mettere insieme i processi che entrambe stanno portando avanti. Come dice Yimi, il coordinatore della scuola di agroecologia del CECIDIC, “dobbiamo tessere le nostre storie e il nostro futuro, per diventare ancora più grandi di quello che giá siamo, e fare piú spazio per i nostri sogni”. E un filo di questa trama non puó che essere quello di CISV. ADC e CECIDIC riconoscono in questo alleato comune il motore di questo incontro e la spinta a continuare a fare rete: raccontarsi per alimentarsi dell’esperienza degli altri e per avere sempre la consapevolezza che la propria lotta non é isolata, ma parte di un movimento nazionale e globale.
Da qui l’idea di creare una rete di comunicazione costante tra le tre organizzazioni, in cui gli stessi contadini e indigeni, del Sud e del Nord del mondo, potessero incontrarsi e (ri) conoscersi. Il mezzo che si è scelto è il più comune, per tutti, facebook. Nasce quindi il gruppo “Agroculturas”, “un gruppo per condividere esperienze locali diverse con la prospettiva di costruire la stessa alternativa globale: la sovranità alimentare, attraverso gli apporti scientifici, pratici e politici di tutti i partecipanti. Un gruppo per intessere amicizie piu forti dei pregiudizi e delle differenze, dal momento che contadini e indigeni, del Sud e del Nord del mondo, combattiamo tutti ogni giorno per la difesa del nostro territorio e per la costruzione di un mondo piu giusto e solidale”. A questo gruppo già partecipano e sono invitati a farlo studenti, professori, contadini, indigeni, agricoltori e simpatizzanti delle comunità di riferimento di ADC, CECIDIC e CISV. Con l’augurio che il dialogo possa essere animato, arricchente e che possa nutrire non solo la relazione tra organizzazioni, ma tra popoli del mondo.