di Gaia Bacin e Carlotta Fiorino
Abbiamo conosciuto M.lle Wade, 23 anni, presidentessa di un GIE (Group d’intêrét économique) di Mpal, villaggio a pochi km da Saint-Louis nel nord del Senegal, in uno dei nostri incontri con le micro imprese del progetto PAISIM. Con la fierezza tipica delle donne senegalesi, ci ha mostrato la sua attività di trasformazione di cereali, come miglio e mais: è soddisfatta perché alla sua età è riuscita a guadagnarsi un mercato ampio e stabile, ma questo non le basta. È consapevole del suo potenziale così come dei rischi imprenditoriali e ci esprime il desiderio di ampliare la sua clientela e di spostare la sua attività in un luogo più adeguato in cui lei e le sue colleghe possano continuare a crescere. La sua determinazione, come quella delle altre donne incontrate in queste prime missioni, è contagiosa e ci mostra un Senegal tutto al femminile, che in questa giornata di festa per tutte le donne del mondo vogliamo portare a esempio.
Le sua microimpresa è legata al PAISIM, il “Programma di Appoggio all’Impresa Sociale e all’Iniziativa Migrante” nelle regioni di Saint-Louis, Louga e Thies in Senegal. Si tratta di un progetto a sostegno delle imprese agricole sociali e di iniziativa migrante, di cui fanno parte partner dislocati tra Italia e Senegal, co-finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e di cui CISV è capofila. L’obiettivo è selezionare, attraverso un bando di candidatura pubblico, 210 micro imprese rurali nelle tre Regioni del Senegal interessate dal progetto (Saint-Louis, Louga e Thiès), per poi accompagnarle nel potenziamento delle loro competenze e portarle a ottenere un micro credito che consenta loro di sviluppare il proprio business.
Le imprese ricercate dal progetto non sono però imprese qualsiasi: la selezione appena conclusasi ha infatti avuto l’obiettivo di identificare donne e giovani con spiccato spirito imprenditoriale promotori di micro imprese in ambito agricolo.
La maggior parte delle candidature ricevute sono quindi al femminile. Le attività in cui le donne sono implicate variano dalla produzione alla trasformazione, fino alla commercializzazione dei prodotti agricoli più svariati: riso, cereali, prodotti ortofrutticoli, sale e tanto altro ancora.
Si tratta nella maggior parte dei casi di donne unite in imprese collettive definite in Senegal GIE, Gruppi di Interesse Economico. Queste imprese arrivano a raggruppare numerose lavoratrici, come nel caso del GIE di Gandon: attivo, in crescita e che rappresenta un punto di riferimento per la comunità locale in cui l’impresa opera. Viene spontaneo quindi domandarsi cosa le porti a unirsi. Dopo aver visitato alcune delle loro realtà, tutto ciò ci appare più comprensibile.
Parliamoci chiaro, queste donne sono imprenditrici determinate e autonome anche al di fuori delle esperienze imprenditoriali collettive; l’appartenenza a un GIE non preclude infatti attività economiche individuali. Si sa però che l’unione fa la forza e il potenziale dei Gruppi di Interesse Economico non è certo sfuggito alle intraprendenti donne senegalesi. Aderire a un GIE significa condividere esperienze, rischi, risorse, responsabilità, pratiche e ciò si traduce in empowerment economico e sociale. Riunirsi significa specializzare le proprie competenze, diversificare le attività e acquisire un potere di mercato e contrattuale fondamentale per assicurarsi la sostenibilità, economica e temporale. I GIE femminili sono organizzati gerarchicamente a livello formale, con presidentesse, tesoriere e lavoratrici, ma la loro governance è democratica e improntata alla solidarietà. Il surplus prodotto viene equamente ripartito tra i membri e vigono numerose forme di mutuo-aiuto tra cui spiccano le casse di solidarietà, meglio conosciute come “tontines”.
Auguriamo buona fortuna a M.lle Wade e a tutte le altre, e speriamo che il PAISIM sia un punto di partenza per realizzare i loro obiettivi; quel che è certo è che sarà un’avventura bellissima, costellata da una sinergia al femminile: come spesso si dice in Senegal, “on est ensemble!” cioè “noi siamo insieme”.