Intervista a Valeria Lonni, volontaria CISV in servizio civile 2018
Cosa significa per te essere una volontaria in servizio civile?
Significa avere un posto privilegiato per poter osservare delle cose alle quali altrimenti non avrei mai potuto
assistere.
Qual è il ruolo di CISV nella tua esperienza?
Per me CISV sono state le persone che mi hanno accolto fin dal primo giorno in cui sono arrivata, è stata la rete in cui inserirmi per avere un posto protetto da cui partire per iniziare la mia esperienza lavorativa e personale. Nella città di Kankan dove sto svolgendo il mio servizio civile, CISV opera da quasi dieci anni e, arrivando, si avverte la presenza di queste relazioni solide e mature che possono essere frutto solo di un lavoro continuo di intesa e incontro. Ho avuto l’impressione che più che inserirmi in un ufficio mi stavo inserendo all’interno di lungo processo di cooperazione.
Le tue aspettative sono state rispettate finora?
Il momento della partenza è sempre caratterizzato da forti aspettative sulla situazione di arrivo e sulle attività che saranno svolte. Dall’Italia è sicuramente difficile farsi un’idea del proprio servizio civile, quello che io mi sento di consigliare è di partire con la voglia di vedere e mettersi in gioco e di lasciarsi guidare dal contesto che si trova sul posto. L’anno di Servizio Civile va preso come un’esperienza a 360° e crearsi delle aspettative può rappresentare un limite rispetto alle potenzialità dell’esperienza.
In che modo sei parte del progetto?
Fin da subito sono entrata a far parte dell’équipe locale e a lavorare insieme ai miei colleghi. Dapprima mi hanno affidato attività che mi permettessero di inserirmi nel contesto in modo graduale, permettendomi mi prendere il mio tempo per osservare e capire le dinamiche locali. Con il passare del tempo la mia dimestichezza con il progetto in corso si è approfondita fino a permettermi di condurre in appoggio alla mia referente e alla coordinatrice di progetto delle singole attività. Mi sono stati presentati i partner, ho partecipato a incontri e missioni sul terreno per vedere le zone e le situazioni in cui si concretizzavano realmente le azioni di progetto. Questo mi ha permesso di imparare moltissimo sia per quanto riguarda la gestione di un progetto e sia rispetto ai contenuti relativi alla sovranità alimentare, alle problematiche legate all’attività contadina, alle organizzazioni contadine e alla micro imprenditorialità in ambito rurale.