Haiti. A rischio il ritorno tra i banchi di scuola
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di redazione e Marco De Cesari – cooperante ad Haiti

Da anni Haiti vive in un contesto di enorme instabilità politica e socio-economica, esacerbata nell’ultimo anno dall’omicidio del presidente Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio 2021, e dal terremoto di magnitudo 7.2 della scala Richter che, il 14 agosto dello stesso anno, ha provocato 2.248 morti, 12.763 feriti e ha distrutto 61.000 edifici, con un impatto negativo su circa 2.2 milioni di persone.

Il sisma ha colpito anche circa 1.250 scuole, alcune delle quali sono crollate su se stesse o sono state danneggiate in modo definitivo, rendendo di fatto impossibile per migliaia di bambini frequentare le lezioni.

Secondo l’Unicef, ad un anno dal sisma più di 250.000 bambini e bambine non avranno ancora accesso a strutture scolastiche, a servizi sanitari adeguati e ad acqua potabile. La maggior parte delle scuole infatti non sono ancora state ricostruite, a causa della mancanza di fondi destinati al settore educazione e al turbolento contesto politico condizionato dalla violenza delle bande criminali.

Nonostante la crisi politica e di sicurezza che vive Haiti e il generale disinteressamento delle istituzioni, CISV sta lavorando, insieme ai partner, per costruire strutture semi-permanenti da adibire a scuole nei comuni di Torbeck, Maniche e Les Cayes e distribuire kit scolastici, in modo che le bambine e i bambini possano riprendere le lezioni in modo funzionale e in un luogo sicuro.

Anche ad Haiti, così come in Italia, normalmente si ritorna a scuola a settembre, ma quest’anno le aule riapriranno non prima di novembre, proprio a causa di problemi di sicurezza generati dalla situazione sempre più conflittuale che si respira nel Paese. In questo contesto anche la distribuzione dei kit scolastici è stata sospesa e le strutture semipermanenti scolastiche non sono ancora state ultimate proprio a causa della difficoltà di movimento nelle comunità, dovuta a proteste, violenze e barricate presenti in molti punti del Paese.

Leggi cosa riporta il nostro cooperante Marco De Cesari da Haiti:

Il 26 agosto il Ministero dell’Educazione ha annunciato con una nota ufficiale il rinvio di un mese dell’inizio del nuovo anno scolastico, previsto inizialmente per il 5 settembre. Tale decisione era attesa da molti a causa del recente peggioramento dell’insicurezza nazionale, dell’intensificarsi degli scontri tra i gruppi armati, del perdurare della scarsità di prodotti petroliferi e del conseguente innalzamento dei prezzi dei trasporti pubblici. Tutti questi fattori provocano, di conseguenza, un accelerato deterioramento socioeconomico del Paese.

A luglio 2022, il tasso di inflazione – normalmente molto alto ad Haiti – ha raggiunto il 29%, dando un duro colpo alla già fragile economica locale e comunitaria. Di conseguenza, i prezzi dei beni di prima necessità continuano a salire di settimana in settimana, così come quelli del materiale scolastico.

In questa situazione il governo “invisibile” de facto di Ariel Henry, attuale primo ministro ad interim, si è limitato ad annunciare il rinvio dell’inizio dell’anno scolastico senza specificare quali misure intende adottare per alleviare la miseria della popolazione, consentire un ritorno a scuola in condizioni di sicurezza e risolvere la crisi del carburante.

Da anni Haiti è dilaniata dalla violenza generata dalle bande armate che godono ormai di un’impunità diffusa e agiscono indisturbate nei quartieri popolari della capitale. Solamente nei primi 6 mesi del 2022, si sono verificati 782 omicidi e 540 rapimenti. Inoltre, le bande hanno il controllo dell’asse stradale che collega la capitale con i dipartimenti del Sud che ormai è bloccato da circa un anno.

Al momento in molte zone di Haiti manca l’acqua e generi di prima necessità. Dall’11 settembre sono esplose proteste in strada, proprio quando lo Stato ha deciso di aumentare il prezzo del carburante. Le bande armate stanno sfruttando questo contesto di instabilità per generare il panico. Negli ultimi giorni hanno preso di mira in modo sistematico le sedi di numeroseagenzie umanitarie e organizzazioni non governative per saccheggiare le loro riserve alimentari. In questa condizione di precarietà, la riapertura delle classi, in particolare nelle zone sotto il controllo delle bande armate, rimane un’incognita su cui è difficile fare delle previsioni.


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Ad Haiti, CISV gestisce il progetto Emergenza di istruzione, che sta portando avanti con Progettomondo in collaborazione con il partner locale APRONHA ed è finanziato da Caritas Italiana e #8xmillevaldesi

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