Service Learning, uno scambio fecondo tra giovani e territorio
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di Piera Gioda, esperta di Service Learning, socia CISV

Il 31 gennaio CISV ha portato il proprio contributo di riflessioni ed esperienze al seminario “Costruire la comunità”, promosso dall’Università LUMSA di Roma in vista del Patto educativo globale per la Casa comune (Global Compact On Education), evento internazionale che il Papa vuole lanciare il 14 maggio, insieme agli esponenti di molte confessioni e religioni del mondo.

Al centro del seminario l’approccio pedagogico del Service Learning, promosso in Italia da una decina d’anni dalla Scuola di Alta Formazione EIS (Educazione all’Incontro e alla Solidarietà) della LUMSA, in connessione con altre reti internazionali che da almeno 30 anni lo stanno applicando in America e in Europa. CISV ha incontrato il presidente dell’EIS, prof. Italo Fiorin, nel 2015 e da allora sperimenta tale approccio pedagogico in tutti i suoi progetti educativi nella Città metropolitana di Torino.

Il Service Learning è una proposta che mira a far incontrare gli studenti con problemi presenti nella loro realtà di vita. Partendo dalla convinzione che la cittadinanza non sia soltanto un contenuto da trasmettere, ma un’esperienza da vivere, il Service Learning chiede agli studenti di compiere concrete azioni solidali nei confronti della comunità in cui si trovano a operare, collaborando con le istituzioni e le associazioni locali. In questo modo si crea un circolo virtuoso tra apprendimento (learning) nell’aula e servizio solidale (service) nella comunità.

La specificità è dunque quella di prevedere progetti educativi nei quali apprendimento e servizio si fondono insieme, rafforzandosi reciprocamente.

I progetti di Service Learning possono nascere in una scuola che si apre alla comunità o in una comunità che intende collaborare con la scuola nella formazione dei propri cittadini.

Si tratta di una proposta che spinge gli studenti a conoscere i problemi reali del proprio territorio e a dare un contributo al miglioramento delle situazioni incontrate. 

Un buon progetto di Service Learning richiede un’accurata analisi della realtà sulla quale si desidera intervenire, insieme alla consapevolezza dei punti di forza e delle competenze del gruppo che sarà impegnato nella pianificazione delle azioni.

Una volta chiariti gli obiettivi, l’elaborazione del progetto consente di determinare quali attività si debbano realizzare e come procedere in modo efficace, distribuendo i compiti e le fasi di attuazione. Procedendo in questo modo la progettazione diventa una strategia adeguata a rispondere, al tempo stesso, sia alle sfide poste dai bisogni sociali avvertiti come urgenti sia alla formazione degli studenti.

Tali progetti sono curricolari, quindi entrano a pieno titolo nella progettazione didattica della scuola. Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha sperimentato con successo, tra il 2017 e il 2019, l’introduzione del Service Learning nella scuola.

Un’esperienza realizzata in tal senso dal CISV è il progetto Comunit-Azione, nato per contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa in Italia. In specifico, questo progetto mira a creare una rete di supporto educativo per i ragazzi e le ragazze dagli 11 ai 17 anni che frequentano le scuole secondarie e crescono nei territori di sette comuni della cintura urbana torinese.

Il Service Learning è l’ispiratore di tutto il progetto: valorizza il protagonismo e la partecipazione degli adolescenti e prevede la collaborazione della “comunità educante”, che include scuole, comuni, consorzi socio-assistenziali, Asl, soggetti del Terzo settore, famiglie e cittadini, tutti mobilitati nella co-progettazione prima e nell’attuazione poi di attività e percorsi di cittadinanza attiva per prendersi cura, nella pratica quotidiana, del futuro dei propri giovani.

 

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