di Alessandra Casu (in Burundi dal ’91 al ’96; attuale responsabile dei progetti CISV nel Paese)
Sono arrivata a Rabiro già nel 90, come volontaria veterinaria (all’epoca non c’era ancora un veterinario comunale) per lavorare in un progetto agro-zootecnico. E’ stata la mia primissima esperienza in Africa, quindi per me è stata fantastica! Anche se eravamo isolati sulle colline, senza acqua, senza luce…
Ho vissuto lì anche durante il conflitto, in una situazione molto pericolosa. La popolazione ci ha sempre chiesto di restare al loro fianco, di non andarcene, volevano che qualcuno rimanesse a vedere quel che succedeva. Per loro eravamo una sorta di sentinella, la nostra presenza era rassicurante. Proprio per questo, per essere rimasti durante e dopo la guerra, in Burundi tutti conoscono CISV, che del resto ha lasciato molte tracce “visibili” del suo lavoro. Rabiro ad es. prima era un Comune molto più povero, c’erano solo case sparse; e il nulla. Adesso ci sono diverse scuole, addirittura un liceo, c’è l’ospedale, le strade sono ben curate, c’è una fabbrica per la trasformazione del caffè… Anche i tetti degli edifici, prima tutti in lamiera, adesso brillano di coppi rossi.
Noi abbiamo sempre cercato di realizzare progetti “pilota”, cioè interventi visibili e facilmente replicabili anche in altre realtà, per dare esempi di sviluppo concreto anche ad altri villaggi e altre popolazioni. Il nostro sforzo sta nel proporre interventi che non siano mai imposti o calati dall’alto, ma cercando di favorire quei processi che nascono dalla base stessa, aiutandoli a strutturarsi. Proprio per questo le diverse realizzazioni richiedono tempo. Ma, proprio per questo, i risultati si rivelano duraturi e sostenibili anche nel lungo periodo.
Per il futuro intendiamo continuare a lavorare per il potenziamento del settore agricolo, al fine di garantire il diritto al cibo di questa popolazione, rinforzando le organizzazioni paysannes e focalizzandoci sui prodotti locali (riso, patate, mais). Tutto questo, lavorando il più possibile con le organizzazioni contadine e soprattutto con le donne, veri pilastri della vita economica e sociale burundese.