di Sara Fischetti – responsabile Senegal, Mauritania e Guinea
«La nostra associazione Rassemblement National des femmes Mauritanienne cerca di combattere la discriminazione e l’ingiustizia attraverso la diffusione di strumenti giuridici per il rispetto dei diritti umani», racconta Hawa Kane, la vicepresidente dell’associazione.
«Vogliamo che le donne siano coinvolte nella vita pubblica e le aiutiamo a inserirsi nel mondo economico perché diventino finalmente protagoniste del loro sviluppo e abbiano un ruolo chiaro nella società. Noi siamo tutte donne musulmane e ovviamente desideriamo diffondere i precetti dell’Islam, che è una religione di tolleranza e uguaglianza. Infatti, i testi dell’Islam non prevedono che la donna sia emarginata, la discriminazione femminile è una pura tradizione umana, uno stereotipo che si è diffuso e va combattuto. Per esempio, in Mauritania, soprattutto nelle zone rurali è ancora praticata l’infibulazione anche se è fuori legge. Ma questo non ha nulla a che vedere con la religione e per questo motivo noi lottiamo contro questa pratica, anche coinvolgendo gli Imam, che dovrebbero aiutarci a far comprendere alla popolazione che non si tratta di un precetto dettato dall’Islam».
«Le donne della capitale o delle zone rurali vivono problemi differenti» ci racconta Fatimetou Hamady, Presidente dell’associazione «Più ci si allontana dalla capitale, maggiore è il rischio di esclusione che vivono le donne. Per esempio, in alcune delle zone rurali, la scolarizzazione delle ragazze non è ancora accettata, ma a Nouackotth la violenza sulle donne è molto più presente perché, essendo una grande città, c’è meno controllo sociale e si è persa la cultura locale, secondo cui la violenza sulle donne è malvista. In città si stanno diffondendo anche la tratta e nei quartieri periferici le donne vengono picchiate e violentate».
“Nel Guidimaka le donne non hanno un ruolo decisione nel mondo economico e politico, sebbene siano loro a svolgere la maggior parte dei lavori. Proprio per questo è necessario rafforzare la leadership femminile e le donne stesse devono lavorare per accrescere la partecipazione delle donne», ci spiega Koumba Camara, Presidente dell’Unione Cooperativa delle donne del Guidimaka, con cui CISV lavora in un progetto di promozione dell’imprenditoria e dell’autonomizzazione delle donne nelle regioni di Trarza e Guidimakha. L’obiettivo del lavoro congiunto è proprio migliorare le competenze e la produttività delle attività condotte da donne e promuovere l’inclusione, anche attraverso azioni di sensibilizzazione contro gli stereotipi di genere e la promozione della cultura dell’uguaglianza.
«Nel 2015 il Ministero degli affari Sociali, dell’Infanzia e della Famiglia ha elaborato la Strategia Nazionale di Istituzionalizzazione del Genere (SNIG) che intende inserire la dimensione di genere nelle politiche e nelle strategie settoriali per la promozione dell’uguaglianza e dell’equità di genere, ma a oggi i principi del SNIG non sono ancora applicati soprattutto nelle zone rurali», continua Koumba.
«Il progetto che stiamo portando avanti con CISV certamente aiuterà molte donne a fare un passo in avanti nella propria crescita personale, grazie ad attività di formazione tecnico- gestionale che le permetta di migliorare la reddittività e l’organizzazione delle proprie attività economiche. Inoltre, prevede di diffondere i principi dello SNIG presso tutti, uomini e donne, coinvolgendo le collettività locali per arrivare a una giustizia sociale che porterà a un equilibrio socioeconomico. Lavorare con la società civile nelle azioni del progetto è molto importante perché i diritti delle donne sono i diritti di tutti e preservarli significa migliorare chiaramente la società in cui viviamo».