di Giulia Caramaschi e Costanza Belli, già Corpi Civili di Pace in Colombia
Alla crisi del Covid-19, la comunità indigena Nasa del Municipio di Toribìo, in Colombia, risponde recuperando le proprie pratiche culturali millenarie. Vista la scarsità di alimenti dovuta alle misure di isolamento dei territori, in molte veredas si stanno organizzando trueques, cioè scambi di alimenti (ortaggi, animali, semi).
Tra queste, la comunità del Carpintero, domenica 5 aprile si è riunita nella capanna comunitaria per partecipare allo scambio “La spirale del cibo”. Un’amica Nasa ci racconta com’è andata:
“Alcune donne, per mano dei loro figli, portano banane plátanos, cipolla, e recano sulle spalle i frutti di manzano e guayaba. Le moto arrivano cariche di caschi di banane e sacchi di yuca (manioca) e zucca destinati al baratto. Un bambino attraversa l’entrata della capanna comunitaria portando nelle mani quattro uova, mentre un altro trascina un casco di chontaduros (frutti di palma) più grande di lui.
Due signore portano due catini di mazamorra (bevanda tipica colombiana a base di mais) da offrire a tutti, altre arrivano con casse piene di arance e pannocchie di mais giallo. Il mais bianco sgranato, frutti come guanàbana e il platano maduro entrano dalla porta di questa yat wala, “grande casa”. Altri non portano niente, ma vengono per partecipare all’evento, perché qui tutti e tutte sono benvenuti…c’è mazamorra per ogni comunero y comunera!
L’evento inizia con un ringraziamento a Dio, il divino e la Madre Terra, la vita; il collegamento spirituale è realizzato da ognuno e ognuna a partire da quello in cui crede, poi inizia lo scambio: un chilo di yuca per due galline, un cesto di chontaduros per un sacco di arracachas (tipiche radici andine). C’è chi canta, chi spiega i nomi degli ortaggi al figlio caricato sulla schiena, chi invita gli altri produttori a non usare agrochimici, chi si ferma a chiacchierare e scherzare tra un baratto e l’altro”.
Per i Nasa anche uno scambio di ortaggi può diventare uno scambio di idee e un momento di dialogo comunitario; così, finito il trueque, si riflette su come generare strategie di mutuo aiuto e di cura, e su come operare una difesa collettiva della vita e del territorio.