AGRICOLTURA BIO NELLA VALLE DEL FIUME SENEGAL

di Irene Maina, cooperante CISV
Da qualche giorno sono entrata nel mio quinto mese. No, non si tratta di una gravidanza, ma della mia avventura nel PAMIR: il Programma d’appoggio alla micro impresa rurale nella valle del fiume Senegal, gestito da CISV in collaborazione con l’organizzazione contadina senegalese ASESCAW.

Il progetto è stato avviato a luglio 2014 e inaugurato ufficialmente a gennaio 2015. A Luglio scorso, quando sono arrivata, è iniziato quindi il secondo anno. Un anno ricco di attività, di sfide, di preoccupazioni, di corse contro il tempo.
Il PAMIR ha l’ambizione di rafforzare il tessuto micro imprenditoriale nella valle del fiume Senegal, a nord del Paese, per migliorare le condizioni di vita delle popolazioni, in una zona in cui la povertà rurale, l’insicurezza alimentare e la disoccupazione giovanile non sembrano regredire. La Valle è una vasta zona a vocazione risicola, ortofrutticola e pastorale; una zona strategica per il Senegal, che punta a raggiungere l’autosufficienza risicola nel 2017: qui, infatti, si producono i due terzi del riso nazionale.
Il Progetto lavora insieme a due tipologie differenti di beneficiari: le micro imprese rurali “classiche” e quelle “verdi”. Si tratta di piccole imprese individuali e familiari, piccoli GIE (Groupement d’Intérêt Economique) e GPF (Groupements de Promotion Féminine), che si occupano di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e animali. La differenza tra le imprese “classiche” e quelle “verdi” sta nella particolare attenzione all’ambiente da parte delle seconde. Si tratta, infatti, di piccole esperienze i cui promotori vedono nella conservazione dell’ambiente, nella promozione della biodiversità e nella gestione razionale delle risorse naturali un valore aggiunto del proprio lavoro.
La ricerca delle imprese “verdi” non è stata per nulla semplice: a parte un paio di esperienze di produzione di bio-carbone e di bio-gas, si tratta prevalentemente di agricoltori “bio”. L’agricoltura in Senegal, e soprattutto nella Valle, è ancora strettamente legata a metodi d’impiego della terra poco adatti al contesto locale e che contribuiscono a peggiorare le condizioni ambientali, già precarie. Infatti sono proprio le zone rurali a essere particolarmente sensibili al cambiamento climatico, che impone nuove sfide all’agricoltura.
Quello che qualche “illuminato” piccolo produttore nella Valle ha capito, è che l’agricoltura biologica (*) – il famoso “bio”, settore produttivo in piena crescita a livello mondiale – potrebbe offrire un’alternativa all’agricoltura convenzionale con ripercussioni positive non solo sulle risorse naturali, che verrebbero gestite in modo più sostenibile, ma anche in termini di reddito e di miglioramento della produzione.

I produttori “verdi” della valle del fiume Senegal stanno dunque sperimentando un’agricoltura basata sul semplice utilizzo di concimi naturali come letame bovino, equino e di volatili, e di concimi certificati bio, per chi ha qualche mezzo finanziario in più. Le produzioni principali sono quelle ortofrutticole: pomodori, peperoncini, melanzane, insalata da un lato e banane, manghi, arance, pompelmi, limoni dall’altro, ma ci sono anche un paio di produttori di riso bio.
In tutti i casi di imprese “verdi” identificate dal progetto, si tratta di piccoli produttori con scarse disponibilità finanziarie e di strumentazione, con piccoli orti/giardini, campi di dimensioni medio-piccole e con poche competenze tecniche in tema di agro-ecologia. Il progetto interviene proprio in supporto a queste situazioni precarie, favorendo l’accesso al capitale e offrendo un sostegno in termini di formazione e un accompagnamento in tutte le fasi produttive e di commercializzazione.
Infatti le difficoltà portate alla luce dai promotori non si limitano alla fase di produzione (mancanza di mezzi adeguati, povertà dei suoli, difficoltà nella gestione di una risorsa primaria come l’acqua, utilizzo massiccio di prodotti chimici nei campi limitrofi ecc.) ma arrivano fino alla fase di commercializzazione dei prodotti. Problema non da poco. Oggi i prodotti biologici sono poco conosciuti e ri-conosciuti in Senegal. Solo una piccolissima minoranza, costituita principalmente dalle classi più agiate e dagli espatriati della capitale, acquista prodotti bio. Questo è dovuto all’insufficiente comunicazione sui vantaggi e le proprietà di questi prodotti, alle difficoltà finanziarie della maggioranza dei senegalesi e al costo elevato di questi prodotti: per la maggior parte dei cittadini ciò che fa la differenza al momento dell’acquisto non è la qualità, ma il prezzo.
Per tutti questi motivi, i piccoli produttori della Valle hanno difficoltà a raggiungere e a posizionarsi sul mercato bio. Per non essere penalizzati – e spesso perché non conoscono fino in fondo il valore dei propri prodotti – molti agricoltori vendono sul mercato convenzionale agli stessi prezzi dell’agricoltura classica. Tuttavia, forti della qualità superiore e della migliore conservazione dei loro prodotti, alcuni agricoltori si sono creati una clientela di affezionati e hanno adottato un sistema di vendita diretto, anche per tagliare le spese legate alla commercializzazione e alla ricerca del mercato.
Malgrado le difficoltà, i piccoli agricoltori “verdi” della Valle hanno una spiccata sensibilità rispetto all’ambiente naturale che li circonda e alla salute della comunità. Il problema dei rifiuti e dell’inquinamento è visibile anche a occhi meno attenti ed è con piccole sperimentazioni, che questi cittadini e produttori senegalesi hanno deciso di dare il proprio contributo, per un cambio di rotta ormai non più rinviabile.
(*) L’agricoltura biologica costituisce “un modo di produzione che trova la propria originalità nel ricorso a pratiche colturali e di allevamento rispettose degli equilibri naturali”. Pertanto, vieta l’uso di prodotti chimici e punta sul riciclo di materie organiche, sulla rotazione delle colture e sull’utilizzo di tecniche tradizionali. L’allevamento, dal canto suo, è preferibilmente di tipo estensivo e mira al rispetto del benessere animale (http://www.dictionnaire-environnement.com/agriculture_biologique_ID779.html)