Seminiamo la pace in Colombia
Attivo

Da un Paese in guerra è difficile ricevere buone notizie. Ci sono momenti in cui quelle cattive riescono però a superare l’immaginabile. 

Nelle ultime settimane in Colombia, due episodi gravissimi ci offrono una panoramica della situazione di tensione del Paese che è allarmante. 

Toribio e San José de Apartadò, due territori che evocano nella memoria colombiana scenari di resistenza, forti soprusi e continue perdite. Cauca ed Antioquia, due regioni strategiche per i molteplici attori di un conflitto che dopo quasi settant’anni sembra non aver ancora l’opportunità di avvicinarsi ad una conclusione. 

Da un lato la Comunità indigena Nasa e la difesa del proprio territorio ancestrale, dall’altro un gruppo di coraggiosissimi contadini che decine di anni fa ha deciso di dichiarare una striscia di terra alle porte dei Caraibi come “Zona neutrale al conflitto”. 

La difesa ambientale, territoriale e dei diritti delle comunità in Colombia costa la vita. Negli anni sono troppe le persone che sono state sistematicamente eliminate per aver dedicato i propri sforzi a queste cause comunitarie. 

Le terre che vengono difese dall’intervento del narcotraffico, delle guerriglias, dei gruppi paramilitari, delle multinazionali, non sono solo casa, bosco, fiume ma rappresentano anche la speranza che su quelle stesse terre non venga seminato nient’altro che alimenti ed opportunità di “buon vivere”. 

Il conflitto con i suoi plurimi attori, in tutti questi anni ha invece seminato morte, devastazione ambientale, coltivazioni ad uso illecito, paure e fratture nella società. 

È impossibile comprendere a pieno e descrivere la quantità di forza e coraggio necessari per opporsi ad un clima del genere. La comunità  indigena Nasa di Toribio e la comunità di Pace di San Josè de Apartadó rappresentano alcuni dei migliori esempi di resistenza pacifica del Paese e come tali sono bersagli di minacce, attacchi e continui tentativi di scalfirne le convinzioni. 

Le armi dell’educazione, delle tradizioni, del lavoro dignitoso, del senso di comunità e di territorialità sono qualcosa che mina il percorso di una guerra mobile e feroce. 

L’attenzione della comunità internazionale, attraverso il lavoro delle ONG e delle organizzazioni che accompagnano le due comunità tramite progetti e vicinanza, sono fondamentali per ampliare i messaggi di pace e di indignazione. Per questo, ancora una volta, raccontiamo.

È il 16 marzo, un gruppo di guerriglieri ha sequestrato un minore per arruolarlo senza consenso nelle sue fila. La comunità indigena Nasa si allarma ed alcune persone cercano di evitare il terribile tentativo. Partono raffiche di spari, lanciati indiscriminatamente tra le case del sentiero di campagna di una piccola frazione del comune di Toribio.

Uno dei colpi ferisce la “Mayora” Carmelina Yule Pavì, persona di riferimento della comunità con un percorso spirituale e politico esemplare. Le speranze di sopravvivenza si spengono in poche ore. La comunità ha perso un’altra colonna portante. 

“In momenti difficili come questi, alziamo insieme la voce ed esigiamo rispetto per la vita delle popolazioni indigene. Difendere il nostro territorio non può costarci la vita! Accompagniamo la semina della nostra “mayora” Carmelina, guardiana del territorio, che per anni ha difeso la vita, la pace e i diritti dei popoli indigeni”. 

Queste le parole della Consiglio Regionale Indigeno della Regione del Cauca durante “la semina” del corpo della Mayora Carmelina.

È il 19 marzo, nella frazione “La Esperanza” vengono brutalmente assassinati Naelly ed Edison, compagna e fratello di uno dei leader della Comunità di Pace di San Josè de Apartadó. Avevano 30 e 15 anni.

Le minacce si convertono in omicidi mirati, sono più di 300 le persone che hanno perso la vita da quando la comunità è stata istituita. 

“Accompagniamo i nostri fratelli e i compagni assassinati dalle mani criminali dei paramilitari. Sarete per sempre nella nostra memoria. Abbiamo diritto a difendere la natura!”. 

La lotta della comunità Nasa e quella della Comunità di Pace di San Josè de Apartadó è anche nostra, è anche per noi, è anche con noi. Ricordare e valorizzare ogni singola vita è ricordare e valorizzare ogni giorno l’immenso sforzo delle e dei difensori di un mondo diverso, fatto di armonia e reciprocità con la natura, istruzione e lavoro degno. 

CISV da anni accompagna la lotta della comunità indigena Nasa con progetti legati all’agro-ecologia, alla costruzione di parità di genere e pace. Continuerà a farlo.

Seminiamo pace su questa terra ferita, nasceranno tantissimi fiori! 🌸

Grazie Carmelina, Naelly ed Edison. Hasta siempre! 

*le immagini di copertina e nell’articolo sono state prodotte dai collettivi di comunicazione comunitaria della Comunità Nasa e dalla Comunidad de Paz de San Josè de Apartadò

Attivo