Fare rete contro la violenza di genere: l’esperienza del Servizio Civile al fianco delle Compas.
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È da poco più di tre mesi che siamo in Guatemala e da quando siamo giunte a Nebaj, ma soprattutto da quando abbiamo iniziato a metterci al servizio delle “Compas” di ASOREMI, sono tantissime le riflessioni che affollano i nostri pensieri.

Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, ci rechiamo nella Defensoria de la mujer I’x, sede di ASOREMI, e l’accavallarsi delle settimane, dei racconti e delle testimonianze ci ha permesso di riempire sempre di più di significato il luogo che, all’inizio, vedevamo solo come un ufficio.

Imparando a conoscere la storia ventennale della Asociación Red de Organizaciones de Mujeres Ixhiles, sentiamo che questo edificio colorato sia molto più che una semplice sede perché è il luogo dove le Compas lavorano per contrastare la violenza di genere e per favorire lo sviluppo e il sostegno dell’empowerment femminile sotto più fronti e con pratiche plurali. La Defensoria, nella realtà che conosciamo oggi, è anche simbolo collettivo del percorso che le fondatrici e le socie della Red hanno attraversato negli anni. La Defensoria, dove quotidianamente vengono accolte ed accompagnate le storie di chi chiede supporto, è il risultato tangibile di uno spazio nella società guatemalteca che le donne Ixiles sono riuscite a ricavare e costruirsi a partire da processi di autodeterminazione e di lotta comunitaria dal basso. Qui sperimentiamo la forza di un percorso in cui le donne Ixiles si sono unite per organizzarsi, per conoscere i propri diritti e per esercitarli nella loro vita diventando, poi, a loro volta defensoras de los derechos humanos nel municipio di Nebaj.

In Guatemala la violenza, infatti, fa parte del presente e nello specifico a Nebaj è l’eredità sofferta della storia del luogo: in seguito al genocidio vissuto durante il conflitto armato interno, la violazione dei diritti umani è un’esperienza individuale e collettiva vissuta come comunità. Le donne Ixiles di ASOREMI sono una comunità resiliente davanti alla discriminazione che vivono tanto come donne quanto come persone indigene in Guatemala. In questi primi nostri mesi come volontarie del servizio civile più di tutto osserviamo la tenacia quotidiana nel portare avanti con forza tanto la difesa di percorsi individuali di autodeterminazione e giustizia, quanto la rivendicazione di un futuro condiviso libero dalla violenza di genere. Appoggiando le Compas nella lotta di tutti i giorni, quello che più ha nutrito il nostro sguardo fino a questo momento è la loro frequente dichiarazione “Todas somos sobrevivientes de violencia” – “tutte noi siamo sopravvissute alla violenza”, che trasforma un’esperienza traumatica individuale in un vissuto collettivo e in una risorsa condivisa a cui appoggiarsi per accompagnare nel modo più adeguato chi vive dolori e difficoltà simili all’interno della stessa comunità. Seppur ogni storia sia diversa, il circolo della violenza spesso è attraversato da esperienze simili, ed è proprio conoscere le radici profonde del vissuto di chi si rivolge a loro che permette alle Compas di co-costruire spazi di fiducia e dialogo.  

Il territorio Ixil è un territorio denso: denso come gli altopiani in cui si trova, denso come la vegetazione sulle montagne che abbracciano Nebaj, denso come la storia che si annida tra le rughe che si incontrano per strada e tra i fili intrecciati del traje tipico. È in questa densità storica, sociale ed emotiva che dal 1999, da ventisei anni, ASOREMI quotidianamente lotta per rendere realtà un sogno globale: che tuttə possiamo vivere liberə dalla violenza di genere. Ventisei anni è il tempo di una vita, è più o meno l’età che abbiamo noi volontarie, ventisei anni di Red de Mujeres Ixhiles è il tempo di tante vite che hanno attraversato la lotta delle Compas creando una rete più ampia per la difesa delle donne, per il supporto alla comunità LGBT+, per l’autodeterminazione delle popolazioni originarie, per la giustizia del popolo Ixil e delle sua storia ferita e ricostruita, per la tutela del territorio sfruttato e custodito, per la difesa dei diritti umani in Guatemala. La Red de Mujeres Ixhiles è il nodo centrale di una rete costruita dalle pratiche quotidiane delle e con le donne: stando qui stiamo imparando che apprendere a cucinare una crepes, accendere una candela, compilare un Excel, parlare Ixil, vincere un progetto, cullare il proprio figlio sulla schiena, autocuidarse, mettere i jeans e indossare il traje, aprire un comedor e guidare una moto, ridere, discutere, abbassare la testa, camminare insieme tra le montagne e tanti altri frammenti di quotidianità sono tutte pratiche rivoluzionarie.

Dopo questi primi tre mesi con le Compas di ASOREMI guardare oggi il 25 Novembre da Nebaj è guardare all’ufficio come ad una casa condivisa, è guardare alle traiettorie individuali di lotta come i fili di una trama collettiva, è come guardare dentro un caleidoscopio: la densità è tanta ma l’allegria pure e, da una piccola fessura, ci affacciamo su un mondo di colori in continua trasformazione partecipando alla costruzione di una rete palpitante ed in continuo mutamento per il contrasto alla violenza di genere in Guatemala e, perché no, in tutto il mondo.

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