di Sara Marsili,
servizio civile CISV in Italia.
Un incontro tanto atteso quello con Iris, vice coordinatrice della Red de Mujeres Ixiles, che recentemente ha fatto tappa nella sede torinese del CISV e qui si è prestata per un racconto-testimonianza della propria esperienza. Attivista donna in Guatemala, un Paese dove vi è una forte tradizione machista e la discriminazione di genere è ancora forte, Iris si trovava in viaggio in Italia grazie a una borsa di studio delle Nazioni Unite. Era la prima volta che una delle donne della Red veniva a Torino, e per la prima volta molti collaboratori/trici, sostenitori/trici, amici/che e dipendenti CISV hanno avuto la possibilità di entrare in contatto diretto con una rappresentante dell’associazione guatemalteca con cui si collabora attivamente da 10 anni.
Iris ci ha raccontato cosa è la Red de Mujeres Ixiles, quali sono le attività che vengono portate avanti e quali le difficoltà con cui ogni giorno le donne si misurano. Conoscere la storia di quest’associazione è stato toccante. Ascoltandola, non ho potuto fare a meno di comparare per un attimo la mia vita con quella di una guatemalteca, e ciò mi ha portato a riconoscere i passi che l’Italia – in quanto a uguaglianza di genere – ha fatto, e il maggior grado di sicurezza e tutela di cui noi donne in Italia godiamo – sia rispetto al passato, sia rispetto ad altre donne. L’insegnamento che mi ha lasciato questo incontro è quello di celebrare ogni giorno i traguardi raggiunti, anche se piccoli; sostenere coloro che sono maggiormente in difficoltà e continuare a lottare per abbattere definitivamente stereotipi e forme di discriminazione, nel nostro Paese così come nel resto del mondo.
Penso che questa testimonianza meriti di essere diffusa anche all’esterno, per chi non ha potuto essere presente ma avrebbe voluto, per chi si è perso l’occasione ma sostiene e segue le attività CISV ma anche per chi ci ha appena conosciuto. Attraverso la ricostruzione dei passi più importanti dell’incontro con Iris e della storia della Red de Mujeres, dunque, assaggiamo un pezzo di Guatemala.
La nascita della Red de Mujeres Ixiles
L’incontro è iniziato con una presentazione dell’associazione di cui Iris fa parte. “La Red è formata da 9 associazioni di donne, 3 nei quartieri di Nebaj e 6 nelle comunità limitrofe. Ma prima ancora di essere un’associazione è un gruppo di donne, che dal 1999 combattono per rivendicare i propri diritti con forza, dignità e coraggio”. Il primo nucleo di attiviste è nato a Nebaj, municipio della Regione Ixil e sede dell’associazione, che oggi conta circa 365 socie aderenti. La Red è parte di una rete di organizzazioni che a livello nazionale lavorano per i diritti delle donne.
Purtroppo, in Guatemala la diffusione della violenza contro le donne tocca livelli troppo alti per essere accettati. A fornire dati allarmanti è il Gender Inequality Index, GII – che misura fattori legati al genere, mettendo in relazione i dati della mortalità materna, della salute riproduttiva (età e numero di gravidanze), della scolarizzazione, la rappresentanza parlamentare di genere e la partecipazione al mondo economico: il GII del Guatemala è infatti 0,494, un valore piuttosto basso, che colloca la Nazione al 113° posto su 157 censite.
Nel tentativo di invertire questa tendenza, il lavoro della Red risulta fondamentale, anche se – come ci racconta Iris – per lungo tempo l’associazione ha dovuto combattere contro le resistenze della popolazione locale, facendo fronte anche ad attacchi politici. Tutte le difficoltà incontrate non hanno tuttavia scalfito la determinazione di queste donne, le quali hanno continuato a portare avanti il proprio lavoro.
Il primo incontro della Red con CISV è avvenuto nel 2007, a Nebaj. Riconoscendo la situazione difficile di queste donne e data l’affinità di valori e intenti, è iniziato un processo di riflessione, circa le possibilità di collaborazione che si sarebbero potute attivare. È nato così il progetto della Defensoria de la Mujer I’x, casa di accoglienza e centro di appoggio mutuo per donne, tra donne. Una sede fissa, in cui le donne vittime di violenza possono ricevere aiuto e supporto, sia legale che psicologico. Qui esse trovano un luogo sicuro, ascolto qualificato, percorsi psicologici di aiuto al superamento del trauma, accompagnamento nell’accesso alla giustizia e durante tutto l’iter giudiziario; ed ancora, corsi professionali e di formazione, per imparare un mestiere e diventare indipendenti economicamente.
La Defensoria de la Mujer I’x
Nella Defensoria lavorano 10 socie della Red. Iris si dice sinceramente grata di poter praticare questo lavoro, grata per le colleghe volontarie e grata, infine, per la possibilità di aiuto che può offrire. Le donne che si rivolgono alla Defensoria, ci racconta, sono vittime di violenza a vari livelli: da minacce e intimidazioni da parte della società a discriminazioni per essere donna, maya, indigena o povera, fino a forme più gravi di violenza fisica. Il 90% delle donne vittime di violenza sono Maya. “Io stessa le ho subite, e così anche altre socie della Red”, ci confessa Iris, “ma abbiamo trasformato una tragedia come una violenza in un’esperienza capace di migliorare la nostra capacità di empatia e accoglienza verso altre vittime”. Per Iris, poterle aiutare è dunque un privilegio ma, ci confessa, questo mestiere contiene anche dei rischi. Una fetta della società, infatti, vede ancora di cattivo occhio la loro attività e per questo, spesso, diventano nuovamente bersaglio di violenze e intimidazioni. Anche per le defensoras dunque, sono attivi percorsi di aiuto e riabilitazione sociale, che solitamente esse hanno intrapreso ancor prima di iniziare quest’attività, e che continuano dopo. Dobbiamo distinguere, ci dice Iris, tra le vittime e le sobrevivientes. Un termine espresso da un participio presente: perché smettere di subire violenze non è un atto compiuto una volta per tutte ma un agire giorno per giorno.
“Ogni defensora è una sobreviviente. Non soffrire più di violenza è secondo noi un percorso in divenire, che non si esaurisce con una denuncia o una firma, è una lotta quotidiana fatta di tanti altri aspetti, e noi della Defensoria affianchiamo le donne in ognuno di essi”.
Un ulteriore ostacolo è stato rappresentato, almeno inizialmente, dalla mancanza di titoli di studio, che accomuna la maggior parte delle mujeres: “la polizia, il sistema di giustizia e anche quello ospedaliero, non ci riconosceva credibilità e spesso venivamo private della possibilità di accompagnare le donne”.
Affrontando questa problematica, Iris ha continuato raccontandoci quali sono le attività che le socie della Red portano avanti.
Le attività della Red
Le attività svolte dalla Red non si esauriscono nell’accoglienza e nel sostegno alle vittime in tutto il loro percorso di recupero. “Sono molti altri, i progetti che svolgiamo”, racconta Iris. “Importante è ad esempio l’attività quotidiana di sensibilizzazione, che è partita focalizzandosi sui luoghi e categorie di persone di maggior peso e rilevanza nel territorio, allargandosi a cascata fino a raggiungere la società civile nel suo complesso”.
“Uno dei primi lavori svolti è stato quello di sensibilizzazione sugli operatori di giustizia, con cui abbiamo avuto grande successo. Oggi, infatti, molti dei casi che ci vengono segnalati o delle donne che arrivano da noi, sono state mandate da questi stessi operatori di giustizia, poiché loro sanno che da noi troveranno sicuramente una forma di aiuto”. Successivamente, l’attività di sensibilizzazione si è espansa verso i pastori evangelici, in quanto punti di riferimento molto importanti nella società guatemalteca, che adeguatamente coinvolti potrebbero contribuire a contrastare la tradizione machista tanto dannosa per la sicurezza e il benessere delle donne. Si è passati poi agli insegnanti di scuola, un altro luogo rilevante poiché proprio nelle classi si registrano tantissimi casi di violenza su bambini e bambine.
“Per raggiungere gli uomini e le donne di tutto il paese curiamo inoltre un programma radio intitolato ‘pelando papas’, in cui parliamo di diritti umani e, inoltre, suoniamo per le strade di Nebaj musica di resistenza, con la nostra piccola orchestra di percussioni, la batukada”. La musica è sempre un buon modo per parlare di temi sensibili e la batukada è molto apprezzata, tanto da ricevere inviti per suonare ad eventi anche nelle cittadine limitrofe. Iris è una vera combattente, e in ogni attività quotidiana porta un po’ del suo lavoro: “Ogni occasione va colta e sfruttata per farsi conoscere e sensibilizzare la cittadinanza sui diritti delle donne”, ci dice.
Gli obiettivi raggiunti & come continuare
Dal 2017, grazie a un progetto cofinanziato dall’Unione Europea e con il contributo di CISV e della Red stessa, la Red ha avviato una campagna mediatica di più ampio respiro sui diritti umani, che riesce ad ottenere un impatto maggiore, rispetto alle comunicazioni fatte fin ora, sia a livello geografico sia per i mezzi di comunicazione utilizzati. La campagna, intitolata “Conoce tus Derechos, EXÍGELOS” (Conosci i tuoi diritti, PRETENDILI) punta alla creazione di consapevolezza in tutta la popolazione Ixil, sulla possibilità e l’importanza di chiedere allo Stato che venga garantito l’accesso alla giustizia, alla salute e all’educazione.
Il lavoro della Red è oggi riconosciuto sia a livello locale che nazionale e internazionale. Tuttavia la violazione dei diritti umani e la violenza di genere sono ancora problemi sentiti. Per risolverli, è necessario un lavoro continuativo a lungo termine, che richiede sia un investimento in termini di tempo ed energia sia, soprattutto, di denaro.
Per riuscire a portarlo avanti, oltre alle entrate derivanti da attività di raccolta fondi e dalle donazioni dei sostenitori vicini a questa causa, vengono proposte all’interno della Defensoria attività che generano reddito; occupazioni economiche che da un lato aiutano la struttura a mantenersi e dall’altro permettono alle donne di imparare un mestiere pratico e conquistare piano piano l’indipendenza economica. “Inserirsi nel settore lavorativo e raggiungere l’indipendenza economica è un passo importante per il proprio riscatto sociale verso il raggiungimento dell’emancipazione e della libertà personale” dice Iris. “È un lavoro molto importante, non va sottovalutato, anche se la strada è ancora molto lunga…”