“Un corpo che sana è un corpo che si emancipa” – Lorena Cabnal
In Guatemala, la violenza di genere non è solo una realtà quotidiana ma una cicatrice storica che affonda le radici nel conflitto armato. Le donne, specialmente quelle indigene, sono state per anni vittime di abusi sistematici e oggi molte vivono ancora nella marginalizzazione, intrappolate in un contesto sociale molto complesso.
Le donne di ASOREMI, le Compas, conoscono questa sofferenza perché l’hanno vissuta in prima persona. È proprio per questo che hanno scelto di trasformare il dolore in azione. Attraverso il loro lavoro, promuovono un empowerment profondo e sfaccettato: di genere, economico, politico e soprattutto personale. Sostengono le donne nel riscoprire la propria forza, i propri diritti e il proprio ruolo nella società.
Ma il vero cambiamento non può avvenire senza cura. Ecco perché i laboratori di cura sono una parte centrale del loro approccio. In questi spazi sicuri e comunitari, le donne possono raccontare le proprie storie, condividere il proprio dolore ed intraprendere un processo collettivo di consapevolezza e trasformazione. Questa forma di cura è un cammino verso la guarigione che non riguarda solo la singola persona ma l’intera comunità, permettendo alle donne di riconnettersi con se stesse e tra di loro.
L’empowerment è il primo passo per uscire dalla violenza, ma la “sanación” è il cuore di questo percorso. ASOREMI lotta perché ogni donna possa riappropriarsi della propria storia, del proprio corpo e del futuro che merita, senza violenza e senza paura.
Il nostro percorso per arrivare in modo più consapevole al 25 novembre prosegue la prossima settimana.
Juntes somos mas fuertes! Insieme siamo più forti! Grazie alle Compas per il loro esempio.