di Viviana Brun
Dal wemebé al kirundi, da Adjohoun a Bujumbura, dalla Voix de la Vallée a Radio Isanganiro: la mia esperienza radiofonica continua anche qui in Burundi.
Non c’è termine più appropriato di “campo” per descrivere il luogo del nostro lavoro: è infatti tra riso, banani, mais e distese di piante di tè, che abbiamo registrato le interviste per le trasmissioni radio del PROPABU, Progetto per la Promozione delle organizzazioni professionali agricole in Burundi.
Ogni lunedì sera alle 20, la radio burundese Isanganiro parla di CISV, di organizzazioni contadine e di agricoltura.
Il nostro scopo è dare informazioni utili su tecniche e metodi di produzione, diffondere idee e testimonianze, dare voce ai contadini utilizzando quello che in molte aree del Paese è ancora il mezzo di informazione più diffuso.
I temi trattati sono vari, a volte riproponiamo i moduli di formazione sulle tecniche agricole, sull’uso dei fertilizzanti o sulla strutturazione delle organizzazioni. Ma spesso a parlare sono proprio gli agricoltori, soprattutto quelli delle nostre OPA (Organizzazioni Professionali Agricole). È importante avere uno spazio per esprime il proprio punto di vista, perché i cambiamenti e lo sviluppo vero non sono “calati dall’alto” ma nascono da esigenze reali, spesso condivise. Alla radio ci si ascolta e si scoprono le problematiche, ma soprattutto le soluzioni adottate da chi fa il tuo stesso lavoro, qualche decina di chilometri più in là o in un’altra provincia. Sentire la voce di altri presidenti di OPA, altri contadini, altri membri dei comitati esecutivi aiuta a sentirsi parte di un movimento, fa capire la forza che possono avere le organizzazioni agricole ed è un mezzo per portare la voce delle campagne fino in città.
E così mandiamo in onda i passaggi più significativi dei Consigli Agricoli Comunali, realizziamo interviste, raccogliamo dubbi e domande da sottoporre a esperti coltivatori nazionali e internazionali. Parliamo di tecniche di conservazione e trasformazione dei prodotti, discutiamo di filiere e di sementi di qualità, intervistiamo i contadini ma anche i responsabili degli istituti di analisi e certificazioni nel Paese.
A novembre in vista della Giornata internazionale contro la violenza alle donne -un impegno che vede CISV in prima linea – abbiamo pensato di realizzare una trasmissione ad hoc dal titolo “Donne e agricoltura in Burundi”. Abbiamo intervistato la portavoce del Governo per il settore agricoltura e la segretaria generale della CAPAD, la Confédération des Associations des Producteurs Agricoles pour le Développement. Ma soprattutto abbiamo dato voce alle agricoltrici. Molti dei membri delle nostre OPA sono infatti donne e allora un’intera puntata radiofonica è stata dedicata a parlare di loro, con loro.
Godance è la tesoriera dell’OPA di Shombo ed è la presidente di un grouppement di 120 membri di cui 90 donne, è lei che ha spinto perchè si unissero all’OPA. Ci ha raccontato che come presidente ha convocato un’assemblea generale e ha spiegato ai membri l’importanza di associarsi alle altre realtà locali per avere più forza. Nell’OPA si occupa degli strumenti di gestione ed è responsabile del conto corrente dell’organizzazione.
Ci racconta come in Burundi siano molte le donne che si occupano di agricoltura ma, se restano nei “ménage” (ambito domestico), non hanno nessuna voce in capitolo, mentre mettendosi insieme e partecipando alle associazioni possono collaborare con gli uomini nel prendere decisioni e apportare il loro punto di vista. Spesso le donne si occupano solo della produzione e poi sono gli uomini a gestire la vendita dei prodotti, ma come membri di un’associazione sono anch’esse coinvolte in tutte le fasi del processo agricolo, vendita compresa.
Matrone è invece la vice presidente dell’OPA di Shombo, lei e Godance lavorano spesso insieme. Ci ha descritto il suo ruolo e ha tenuto a sottolineare che spesso nell’OPA lei incita le altre donne a partecipare in modo attivo alle differenti attività, per evitare che siano gli uomini a prendere tutte le decisioni.
I mariti spesso non vogliono che le mogli facciano parte di associazioni, sostenendo che la loro attività le distrae dal lavoro domestico, per questo Matrone suggerisce che servirebbero attività di sensibilizzazione per spiegare a tutti che i benefici del lavoro femminile nelle associazioni vanno a vantaggio di tutta la famiglia. Suo marito l’ha compreso e rispetta la sua scelta.
Ma non tutte le burundesi sono forti e consapevoli come lei, molte hanno una bassa autostima, ad esempio perché non sanno leggere e scrivere, e così non si propongono per ruoli all’interno del Comitato esecutivo.
Rose, che sta a Gishubi, comune della Provincia di Gitega, è stata eletta come nuova presidente dell’OPA. Per lei l’ostacolo maggiore alla partecipazione femminile è la povertà: proprio perché di solito non sono le donne a occuparsi della vendita dei loro prodotti, spesso non hanno i mezzi economici per pagare le quote necessarie al funzionamento delle associazioni.
Rose infine porta il discorso sul “grande problema”, ovvero l’impossibilità per le donne di ereditare la terra. A oggi le donne riescono ad avere dal proprio padre l’usufrutto di una parcella, ma non la proprietà, il terreno resta quindi del padre o dei fratelli che possono rivendicarne la proprietà in qualunque momento. Lei non vede una soluzione a breve termine a questo problema, pensa che gli uomini non accetteranno mai di concedere l’eredità alle donne.
Quest’ultimo argomento è quello che infiamma l’intervento di Immaculée, la vivacissima presidente dell’OPA di Bukeye, vicino a Muramvya. A lei il fatto che alle donne sia negata la possibilità di ereditare la terra fa molto arrabbiare, è consapevole dell’importanza del problema della proprietà terriera in Burundi, di quanto la terra sia un bene prezioso in un Paese così piccolo e così densamente popolato.
Per saperne di più: www.isanganiro.org