di Roberta Beato, Settore Rifugiati CISV
Questa volta abbiamo cambiato quartiere, Mirafiori sud. È stato trovato qui il nostro nuovo “lido”, un appartamento in cui il 6 febbraio scorso CISV ha inaugurato una nuova convivenza di cinque donne rifugiate, all’interno del progetto SIPROIMI (Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati, ndr) del Comune di Torino.
Non vi nascondiamo che è stata dura: la ricerca di una casa da affittare, la sistemazione dei locali una volta trovati, le certificazioni e le mille burocrazie richieste, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. La sensazione di tutti è stata come alla fine di una lunga e faticosa impresa, piena di fatiche, preoccupazioni, notti insonni, week-end di lavoro. La meta è stata raggiunta, grazie soprattutto all’energia, la dedizione, l’intuizione, la disponibilità e la generosità di alcune persone, colleghi e non, che si sono prodigati per sostenere questo percorso in salita.
Il trasloco è stato articolato ma a tratti divertente. Con il mitico furgone dell’amico Gando e tre auto che contenevano decine e decine di valigie, borsoni, sacchi, il mondo intero di cinque vite, abbiamo attraversato Torino, stile carovana e siamo giunte alla nuova casa. Un alto palazzone con un grazioso giardino pieno di alberi e scoiattoli, qualche abitante curioso che ci sorrideva. Ecco l’inizio dell’inedita avventura!
Le donne erano chiaramente le più curiose, ma anche un po’ inquiete rispetto alla casa e soprattutto al quartiere, vista la distanza dal loro “centro del mondo”: Porta Palazzo. La lunga sistemazione: chi apriva valigie, chi riempiva armadi, chi sistemava lenzuola, chi passava uno straccio. Abbiamo inaugurato con una pizza mangiata tutte insieme nella piccola cucina; tra chiacchiere, domande sui bus che da lì partono e portano al centro città, e molti sorrisi di soddisfazione.
Ci auguriamo di avviare una piccola comunità di persone che per un pezzetto della loro vita staranno con noi, affrontando il domani a piccoli passi, come sanno fare le donne migranti, con tante speranze, molti imprevisti e una grandissima fiducia nel futuro.
Ora una bellissima mimosa fiorita sembra quasi bussare alle nostre finestre, grazioso simbolo di un mondo al femminile che deve trovare ogni giorno la forza per costruire il proprio avvenire.