I nuovi volontari in servizio civile sbarcano in Senegal

Federico, Ester, Filippo, Agnese, Rosa e Paolo ci raccontano le loro prime impressioni in terra d’Africa

Federico Rivara – Dakar

Arrivare a Dakar dal nuovo aeroporto Blaise Diagne permette di osservare da subito alcuni degli aspetti più interessanti della capitale senegalese, dove svolgerò l’anno di servizio civile insieme a Ester. A prima vista, infatti, il nuovo scalo internazionale di Dakar sembra essere stato costruito in una zona molto isolata. Tuttavia, durante la maggior parte dei 50 km che separano la città dall’aeroporto, è possibile notare come le periferie di Dakar si stiano espandendo sempre più. Fino a dove arriveranno? A circa un mese dal nostro arrivo in Senegal, l’impressione che mi rimane è quella di una grande metropoli in continuo movimento e cambiamento. L’entusiasmo per cercare di seguirla nei prossimi mesi non mancherà!

Ester Facotti – Dakar

Non è facile snocciolare tutte le sensazioni provate in questo primo mese. Arrivata a Dakar mi sono sentita accolta da un’aria familiare, che mi ha dato il benvenuto. Benché fossi già stata in Senegal, quello che ho trovato è stata una novità; vivere qui, senza essere solo di passaggio, ti fa capire il ritmo, le contraddizioni, le dinamiche che si snodano in questa terra. La mia sede è Dakar e qui mi sono trovata inserita in un’équipe di lavoro che non mi aspettavo di trovare: un gruppo affiatato, che persegue gli stessi obiettivi, condividendo competenze e responsabilità. Sono sempre più consapevole della fortuna che ho nel vivere questa esperienza, di quanto mi arricchirà da ogni punto di vista, di come mi metterà alla prova, e voglio godermi ogni aspetto che questa esperienza porterà con sé, che sia bello o brutto, facile o difficile.

 

 

 

 

 

 

Filippo Acasto – Louga

Vous êtes le bienvenus à Louga!”, la capitale culturale del Senegal. Così è iniziata la nostra permanenza in città, nel nord del Paese, poco distante dalla frontiera con la Mauritania. Louga incarna perfettamente il vero spirito del Sahel, dove la sabbia lascia poco intravedere l’asfalto, e il caldo fa da padrone già dal mese di marzo. Non è raro in città incontrare mandrie di bestiame in attraversamento condotte fieramente da pastori seminomadi di etnia Peul, così come è facile riconoscere le larghe distese coltivate da agricoltori Wolof. Al crepuscolo l’orizzonte si tinge di tutte le caratteristiche del mondo rurale: qui il silenzio e la tranquillità sono sintomo della giornata passata nei campi o con il bestiame. Con la curiosità di vivere ogni minimo istante di questa avventura, sento che questo Paese avrà tanto da darci!

Agnese Ferrara – Louga

Dopo il primissimo impatto nella trafficata e vivace Dakar, sono finalmente giunta a Louga, capoluogo dell’omonima regione, più simile a un grosso villaggio che a una città. Per le strade i taxi scassati e i Jakarta si mischiano ai calessi e alle capre. Le vie sono tutte piuttosto simili, i rifiuti abbandonati per terra un po’ ovunque, le strade asfaltate sono poche e il ritmo dei miei passi si è ormai adattato alla superficie sabbiosa. Le persone che ho avuto modo di incontrare sono molto accoglienti e rimango ogni volta stupita dalla semplicità in cui vivono e dal loro modo di affrontare le difficoltà… sostengono infatti che “il n’y a pas de problèmes, il n’y a que des solutions”. Il paese della Teranga [virtù dell’ospitalità, ndr] ha ancora tanto da insegnarci e sarà bello poter scoprire ogni giorno una nuova sfumatura.

Rosa Pietroiusti – Saint Louis

Ho iniziato da poche settimane il servizio civile a Saint Louis, una cittadina all’estremo nord del Senegal, che si trova dove il fiume che dà il nome al Paese incontra l’oceano Atlantico. Il centro storico della cittadina, con le sue case costruite nel periodo coloniale francese, è un isolotto che si trova proprio in mezzo alla laguna creata dall’incontro tra il fiume e l’oceano: un luogo magico a dir poco, popolato dalle colorate piroghe dei pescatori che ogni giorno si spingono nell’Atlantico.

 

Paolo Longo – Saint Louis

Con la mia collega passerò un anno a Saint Louis, a mio avviso ben descritta come “tra Cuba e Baghdad” da una nuova amica conosciuta in Senegal, ed è proprio così, il centro dagli edifici pericolanti pittoresco e affascinante e le periferie, circondate da mare e fiume, caotiche e brulicanti di persone. I contrasti sono tanti, uno fra tutti il paesaggio. Uscendo dalla città verso la zona di intervento del nostro progetto colpisce il forte contrasto tra i campi coltivati a riso e quelli subito adiacenti aridi e sabbiosi, che ti fa fermare e riflettere sull’importanza dell’acqua, come su una strada disseminata di oasi verdi e deserti inospitali.