IN MARCIA CON IL CONGO NEL CUORE

di Sara Colombo, collaboratrice CISV

John comincia a parlare, il pubblico è attento – chi sta partecipando a questa serata di racconto della situazione in Congo è un attivista fedele e impegnato – i rumori di brusio intorno si fanno più tenui mentre la sua voce prende suono e consistenza. Conosco John Mpaliza da cinque anni ormai, da quando è comparso nella mia vita con tutta la sua carica contagiosa di energia e passione per una causa vera, per una situazione di ingiustizia profonda di cui si è fatto testimone: il Congo sta morendo, invaso da multinazionali che ne sfruttano le risorse minerarie, in balia di politici corrotti, violentato da bande armate che depredano, rapiscono, uccidono, trasformano bambini in soldati. È una guerra che non ha fine, un genocidio – con più di 11 milioni di morti – dove i troppi interessi economici fanno chiudere gli occhi compiacenti della comunità internazionale.

Siamo in un cortile di un’associazione di Torino, la Casa del Quartiere di San Salvario, una trentina di persone ascoltano le parole di John; l’aria intorno è tiepida e le note della chitarra intonano canzoni in swahili, intervallate da parole di sangue e denuncia. Dentro di me sento che sotto il suo imperturbabile sorriso John è stanco: il mio amico ogni anno percorre centinaia di km lungo l’Europa per raccontare a più persone possibili di questa guerra e delle sue implicazioni nei nostri consumi tecnologici, ha marciato a piedi da Reggio Emilia a Santiago, Roma, Bruxelles, Helsinki, oggi è in viaggio verso Ginevra chiedendo ospitalità nelle tappe di passaggio. Sono marce lunghe e impegnative, in cui non solo cammina, ma parla con tutti, rilascia interviste, tiene incontri in scuole, associazioni, parrocchie, incontra figure istituzionali e possibili sostenitori. Quest’anno la marcia passerà da Bardonecchia, dove incontrerà anche un gruppo di migranti e questo per me ha un grande significato.

Ogni tanto mi dice “Sara, ci dovresti andare in Congo, a vedere con i tuoi occhi!”. È vero John, una volta che conosci certe situazioni, le vivi in prima persona, queste diventano tue, fanno parte dei tuo pensieri, occupano un pezzo del tuo cuore, e una parte di me prenderebbe un volo domani per andare a osservare, capire e raccontare. Una parte di me, invece, quella abituata a leggere questi drammi sui giornali online, nelle mie quattro mura protette da tutto, ha paura e non si sente in grado di vivere con il tuo fardello e con il tuo coraggio. Con la tua fiducia. Intanto ti sento dire: “Voglio fare la mia parte e mi sono domandato, cosa posso offrire? Cosa posso mettere in gioco? Ho solo il mio corpo. Per questo ho deciso di usare i miei piedi e di camminare”.

Dal canto mio posso mettere a disposizione il mio tempo, le mie competenze qui, posso firmare le petizioni e scrivere, sperando che questo messaggio arrivi a tutte e tutti… “CISV non lavora in Congo – spiega al pubblico ringraziando per la serata la mia associazione  – ma io dico di sì: con l’appoggio che dà a questa causa e l’impegno che tante persone ci mettono, senz’altro CISV sta lavorando in Congo”. Guardo Chiara, amica impegnata in tutto questo, e insieme sorridiamo: siamo sulla strada giusta e vale la pena di continuare.

Puoi dare anche tu il tuo contributo, piccolo o grande che sia:
firma la petizione
– segui John Mapliza, peace walking man su facebook
– segui le sue marce e organizza eventi di sensibilizzazione
– informati sulla Congo Week e partecipa
contatta John per moltiplicare la diffusione di queste informazioni

Nel frattempo, il 26 maggio 2018 John è arrivato a Ginevra e ha incontrato l’Ambasciatore dell’Italia nella sede delle Nazioni Unite: ci vogliono tanti passi per compiere grandi imprese.