di Marta Vigneri.
Omar Sow, 28enne attivista convinto da quando era solo un quindicenne, viene da Louga, città simbolo della diaspora senegalese. Qui, dopo aver abbandonato la scuola, per diverso tempo ha vissuto per strada. In quel periodo era il leader del suo gruppo e passava le giornate a fare gare in motorino per i vicoli del quartiere di Keur Serign Louga, uno dei più poveri della città.
L’incontro con l’associazione MAEJT (Movimento Africano per i Bambini e i Giovani Lavoratori), che si occupa di ridurre la vulnerabilità dei giovani lavoratori in Africa dell’Ovest, ha portato a un cambiamento importante nella sua vita. L’associazione lo ha scoperto, aiutato a tornare a studiare e coinvolto nelle sue attività; pochi e semplici gesti d’aiuto, capaci di migliorare concretamente la vita di una persona: Omar ha infatti trovato la forza di lasciare la strada.
Oggi è punto focale della cellula locale del MAEJT e attivista di altre associazioni che si occupano della promozione dei diritti dei giovani e della protezione dell’infanzia in Senegal, come “Paroles aux jeunes”, che realizza attività di sensibilizzazione sulla sanità sessuale e riproduttiva.
Dalla sua esperienza di vita nasce una convinzione, quella che l’unico modo per spingere i ragazzi africani in cerca di futuro a non perdersi e a impegnarsi per realizzare un progetto sia quello di renderli agenti di cambiamento.
Per questo ha fondato insieme a un gruppo di ragazzi senegalesi il movimento “Afrique Positive – Senegal 2035”, con cui vuole diffondere un messaggio di coraggio e di fiducia tra i propri coetanei e cambiare l’opinione di chi crede che per trovare lavoro e realizzarsi si debba lasciare l’Africa.
“Se tutti noi lasciamo il Senegal, la Guinea Bissau, la Guinea Konakry, chi resterà per sviluppare l’Africa?” si chiede Omar nel video. Non saranno certo gli adulti e gli anziani, ma i giovani, che hanno il potenziale di rendere il proprio Paese una terra di possibilità.
In un periodo in cui percorrere le strade impervie che giungono in Europa sembra essere una prova di coraggio, per i ragazzi di Afrique Positive “La vera avventura è quella di restare e impegnarsi per lo sviluppo del proprio Paese”, investendo le energie e le risorse normalmente spese in un viaggio rischioso, nello sviluppo dell’Africa.
Afrique Positive è supportato dal progetto PUCEI, un progetto d’emergenza per la creazione d’impiego a favore dei giovani e delle donne nelle regioni di Saint Louis (Senegal) Oio, Cacheu e Tombali (Guinea Bissau) e Alta Guinea (Guinea) e d’informazione per migranti potenziali, finanziato dall’Agenzia Italiana alla Cooperazione e lo Sviluppo (AICS) e promosso dalle ONG CISV e LVIA.
Il movimento s’inserisce nella campagna informativa realizzata nell’ambito del progetto, che attraverso varie attività (sviluppo di un prototipo di un sistema d’informazione per ridurre la vulnerabilità dei migranti, carovane teatrali, eventi informativi e programmi radio) si è occupata di diffondere informazioni sui rischi del viaggio verso l’Europa ma soprattutto sulle opportunità e i servizi presenti in Africa dell’Ovest. I ragazzi di Afrique Positive sono stati protagonisti di tutte le attività e lo scorso 26 agosto Omar ha presentato il movimento nella rubrica “Parmi Nous” condotta dalla responsabile della comunicazione dell’AICS Chiara Barison e trasmessa sul canale nazionale senegalese TFM. (Guarda l’intervista qui)
“È essenziale trasformare i possibili candidati all’emigrazione irregolare in attori di cambiamento e sviluppo dell’Africa; coinvolgerli significa responsabilizzarli e la responsabilità inizia da sé stessi, dalla propria immagine ma anche dall’esempio che si vuole (e si può) dare agli altri. Trasmettere fiducia nelle proprie capacità e possibilità è il primo passo di questo processo” spiega Omar, che non ha più smesso di impegnarsi per sé e per gli altri da quando qualcuno gli ha dato fiducia per le strade di Louga.