E così ci siamo: esattamente tra una settimana inizierà la formazione per lo SVE in Benin.
Benin: quanti ricordi evoca questa terra…paesaggi, colori, volti, sorrisi, lacrime, emozioni e sensazioni… Si fanno via via più sfuocatii [in fondo sono passati 2 anni], ma improvvisamente alcuni odori tornano nitidi alla mente e ti sembra di non averlo mai lasciato.
Benin, terra che mi ha accolta per 12 mesi nel 2011, terra che ho amato ed odiato con la stessa intensità, terra che mi ha rapita portandomi quasi in un universo parallelo e che poi mi ha bruscamente scaraventata giù gettandomi nella cruda realtà. Terra che mi ha fatto scoprire me stessa, insegnandomi ad avere pazienza, con me e con gli altri; che mi ha costretta a guardarmi fin nel profondo del cuore e a comprendermi; che mi ha obbligata a capire quale fosse il mio posto nel mondo e che direzione volessi dare alla mia canoa. Terra di contraddizioni e di paradossi. Terra di onestà e sincerità. Terra di affetto. Terra di vita.
Eh si’ terra di vita, perche’ in Benin tutto è vivo: i colori sono più accesi, le persone più attente all’altro, i profumi più forti, insomma tutto è -più. È un po’ come se improvvisamente qualcuno avesse “acceso la luce” e tu ti accorgi che come stai vedendo ora non avevi mai visto. L’intensità delle scene nelle quali ti trovi coinvolta, a volte come protagonista, a volte, anzi spesso, come spettatrice è altissima, non puoi restare indifferente, devi posizionarti, capire da che parte vuoi stare. Ti accorgi che tutti i tuoi riferimenti culturali sono relativi, che fin’ora hai guardato il mondo solo in maniera parziale, solo una parte e solo da una parte, gli occhiali che hai da sempre indossato si sono rivelati essere a volte appannati, a volte sfuocati, a volte con un angolo di osservazione troppo piccolo: ora tutto si mostra lì davanti a te.
Torno in Benin carica di entusiasmo, con il desiderio di rincontrare vecchi amici e la voglia di trovarne di nuovi; con l‘impegno verso questo nuovo progetto e la serietà nel portare avanti nel migliore dei modi il lavoro; con la consapevolezza di avere ancora tanto da imparare e la giusta determinazione per cominciare a farlo; con gli occhi del mio compagno nei miei e nel petto “il suo cuore” che batte; con le lacrime dei miei genitori e le parole di incoraggiamento dei miei amici; parto per esserci.
Essere con loro, essere in mezzo a loro, camminare insieme, ideare insieme, progettare insieme, realizzare insieme. Divertirci, ridere e scherzare, fraintenderci, arrabbiarci e poi tornare a fare pace, insomma vivere. Vivere ogni giorno con intensità e senso di co-responsabilità, nella consapevolezza di non essere soli nel mondo, ma di essere collegati gli uni agli altri e tutti insieme a questo magnifico pianeta che insieme dobbiamo imparare a proteggere e tutelare, e perché no, se ci riusciamo, migliorare.
Qualcuno un giorno mi disse: “impegnati per lasciare il mondo migliore di come l’hai trovato…”; oggi come allora è ancora questo il mio motto.
Ludovica Cerritelli