Federico Rivara, volontario Servizio Civile CISV in Senegal
La stagione delle piogge si avvicina, l’aumento quotidiano dell’umidità a Dakar non mente. Per ECOPAS, questo vuole dire essere vicini a uno dei momenti più attesi dall’equipe di progetto, i partner, i beneficiari e i sostenitori di CISV che hanno supportato la campagna di rimboschimento della “bande de filaos”, sul litorale della città. Tra poco più di un mese, infatti, la società civile sarà protagonista della piantumazione dei primi 5000 alberi sulle lunghe spiagge della città, sempre più stritolate tra l’avanzamento del mare e l’espansione urbana e infrastrutturale. Insieme a noi, ci saranno “les Eaux et Forets”, responsabili delle azioni di rimboschimento di tutto il paese. Mentre le piante continuano a crescere in vivaio, è necessario “preparare il terreno”. In una settimana, abbiamo posato dei pannelli di bambù che serviranno a proteggere le piante dal vento e garantire la loro crescita. Sul terreno, le associazioni della società civile, le guardie forestali e anche alcuni studenti di una scuola di uno dei comuni d’intervento. L’entusiasmo per “les lions de la teranga”, la nazionale di calcio impegnata nella Coppa d’Africa 2019, alleggerisce il lavoro e fa dimenticare il caldo. Sono stati preparati cinque ettari di terreno; sono state coinvolte un centinaio di persone.
L’impegno della società civile si evince sia nella realizzazione delle azioni più concrete del progetto, sia nel processo necessario per prendere delle decisioni operative. Decidere il punto preciso in cui piantare gli alberi lungo una fascia di litorale di circa 10 km non è una decisione scontata. Tutti hanno visto nel tempo come la bande sia stata sempre più abbattuta per favorire la costruzione di case, edifici istituzionali e strade, nonostante la gestione di queste terre sia affidata all’Eaux et Forets che poco può contro i piani di sviluppo governativi. I siti vengono quindi visitati e selezionati dai diversi soggetti coinvolti per accertarsi che la scelta sia neutra.
Anche i titolari delle micro-imprese agricole supportate dal progetto aspettano la stagione delle piogge e non sono meno interessati di altri alla bande de filaos, data la consapevolezza dell’importanza di questo albero nel limitare il peggioramento dei suoli. Molte di loro, infatti, conducono le loro attività a pochi metri dal mare su terreni concessi dall’Eaux et Forets. Aliou, Khadjatou, Moussa, Ousmane e tutti gli altri produttori e produttrici utilizzano i loro appezzamenti da tanti anni ma la proprietà non è di fatto ottenibile. Il rischio quindi di perdere l’accesso alla terra esiste e in tante zone l’espansione urbana ha già portato allo sfratto varie persone. Per questo, durante le formazioni si parla di business plan, di problematiche tecniche ma anche della necessità di unirsi in gruppi di produzioni, associazioni e organizzazioni contadine per aumentare la loro forza e portare avanti azioni di lobbying verso le istituzioni. Generalmente, i contadini di Dakar lavorano in modo indipendente, faticando ad associarsi o costituirsi in unioni contadine. Viene poco considerato il ruolo che hanno e l’importanza che ricoprono per l’agricoltura della regione. La loro azione, seppur isolata e individuale, riesce a costituire una risposta al fabbisogno alimentare di milioni di persone. I contadini di Dakar sono una realtà da tutelare e salvaguardare; unirsi è l’unico modo che hanno per fare sentire la propria voce e il proprio no a chi non vede in loro una ricchezza. Per aumentare la voce in capitolo, diventerà sempre più importante pensare a dei modelli cooperativi che possano rafforzare l’unione tra i contadini delle zone urbane e periurbane e i produttori di aree rurali. A Dakar, la frontiera urbano-rurale continua a spostarsi ed ECOPAS vuole porre le basi per rafforzare il tessuto socio-economico e produttivo in questo luogo di frontiera.