di Beatrice Carosi, cooperante CISV in Burkina Faso
Partiamo !
Sono le 7 di mattina, l’aria è già calda e la città è in fibrillazione. I motorini sfrecciano senza curarsi dei segnali stradali, le macchine sfiatano fumi neri …donne già sveglie da troppe ore preparano i loro banchetti di legumi freschi e frutta di stagione.
Partiamo!!!!
Siamo all’uscita della città e il traffico ci insegue, ogni dosso ci fa sobbalzare…. Blaise, il nostro autista, è calmo e pronto ad affrontare una lunga giornata. Si passa dal casello, è fatta! ci aspettano tre ore di strada asfaltata e una ora e mezzo di pista per arrivare fino a Kayao, villaggio della regione des “Hauts Bassins”, zona di intervento della COPSA-C cooperativa di servizi agricoli, partner storico del CISV.
Inizia il viaggio…
La campagna non aspetta a mostrarsi, appena usciti dalla città già si vedono campi coltivati anche se il sorgo e il mais non sono cresciuti troppo e si annusa ancora l’aria secca del Sahel. I bambini inziano a dirigersi in bicicletta, a piedi, in gruppi o soli verso le scuole a volte vicine a volte lontane chilometri dalle loro case. Il sole si sta alzando.
Posti di blocco.
Passiamo i primi villaggi che contornano l’asse principale Ouaga-Bobo Dialousso e incrociamo diversi posti di blocco ormai fissi dall’17 Settembre, giorno del colpo di stato, ormai stanchi di fermare autobus e controllare carte d’identità nella speranza di trovare fuggitivi o armi nascoste nei sacchi di carbone. Posti di blocco controllati da giovani armati di Kalashnikov e voglia di servire il loro paese.
Zucche
Ottobre è il periodo delle zucche, zucche arancioni, giallo chiaro che contornano la strada…intorno alle zucche non c’è nessuno ma appena rallentiamo con la macchina escono bambini e giovani dai cespugli pronti a farti vedere dal finestrino il frutto del loro lavoro e il desiderio di guadagnarsi la giornata.
Pensieri
Lungo la strada guardiamo i campi, parliamo della stagione che è ritardata ma che poi non è andata cosi male anche se “mancano ancora due pioggie per finire bene il lavoro”. Lungo la strada guardiamo la mattina che avanza, le donne che trasportano il pane sulla testa, i barrage che si stanno svuotando, la vecchia strada coloniale sterrata che accompagna la nuova strada asfaltata, i blocchi di cemento che ci dicono quanto manca a Boromo città di passaggio e tappa fondamentale per una buona colazione.
Boromo
Passiamo vicino a un vecchio ponte ferroviario color ruggine ancora in uso e finalmente siamo a Boromo, città di scambi commerciali, città di passaggio, città di fermate veloci. A Boromo c’è un simpatico baracchino dove le sedie e i tavoli sono fatti con pezzi di legno legati tra loro da un filo di plastica blu. Li ci fermiamo e prendiamo il solito panino con viande haché e un thé caldo al limone. Dietro di noi passa un convoglio di macchine e motorini in festa, sono i pellegrini della Mecca che sono tornati in Burkina Faso, ce l’hanno fatta! Si riparte…
Lo svincolo di Pa
Tra Boromo e Pa c’é un grosso Barrage, le sue acque calme sono trafitte da tronchi di alberi spogli che gli conferiscono un’aria affascinante. Arrivati allo svincolo giriamo verso Sud, verso la verde Costa d’Avorio. Dopo qualche chilomentro il verde della regione des “Hauts Bassins” ci prende il cuore, alberi alti che costeggiamo la strada, il sorgo alza la sua testa al vento. Ancora trenta minuti di strada asfaltata e poi pista tra le coltivazioni e piccoli villaggi contadini.
COPSA-C
La COPSA-C si trova nel villaggio di Founzan, la cooperativa conta più di 2500 produttori raggruppati in unioni e groupments, i suoi magazzini e le sue strutture in pietra lateritica ricordano le casette della Val di Chiana. Facciamo una tappa per fare un saluto, gli animatori stanno lavorando in ufficio e ci accolgono con impazienza. Ripartiti verso Orunkua, sede del centre semencier della COPSA-C, procediamo in macchina insieme al presidente della cooperativa e ci dirigiamo verso il villaggio di Kayao. La pista ci apre le sue braccia tortuose e bagnate dalle ultime piogge della stagione.
Pista
Ogni metro è un sobbalzo, le buche sono profonde e stanche… la pista si insinua tra villaggi e coltivazioni di cotone, sesamo, mais, sorgo, miglio, grano. Qui gli alberi sembrano aver vissuto un’altra stagione, la loro altezza è prorompente. Passiamo per il villaggio di Fafo, e subito dopo scopriamo che il barrage, che alimenta con le sue acqua torbide le coltivazioni vicine, si è preso la nostra strada…passiamo il guado e procediamo. Prima di arrivare a Kayao, metà finale del viaggio, incontriamo piccoli agglomerati di case in terra e gruppi di contadini che seduti in cerchio consumano nei calabasse il Dolo, birra tradizionale Burkina Bé.
Arrivati! Kayao!
E’ l’una e mezza e arriviamo a Kayao, la schiena fa male e le gambe sono intorpidite ma l’accoglienza è calorosa e confortevole. Siamo in missione per fare la “Reception provisoire” della Boutique di imput agricoli costruita nell’ambito del progetto Fondazioni per l’Africa . Kayao è un villaggio lontano dagli assi stradali principali e per i contadini è un grosso costo spostarsi per cercare i concimi e i pesticidi. Per questo motivo il CISV e la COPSA-C hanno deciso di fornire il villaggio di questa struttura.
Con l’impresa, il comitato di gestione della boutique e gli abitanti del villaggio, ci sediamo in cerchio e iniziamo la riunione. Gli anziani non sono presenti, qualche giorno prima ci sono stati due decessi e Kayao è in lutto. Le lingue parlate sono molte e Nadine , economista del progetto, deve tradurre dal francese al Jola e al Moré. Dopo i vari saluti e ringraziamenti, facciamo il punto dei lavori e visitiamo la Boutique. La curiosità è grande e tanti bambini ci raggiungono per cercare di sbirciare dentro l’edificio. Sembrano tutti contenti dei lavori fatti, nessun particolare sfugge all’occhio vigile dei beneficiari. Finita la visita ci raduniamo davanti alla porta per dare ufficialmente le chiavi al presidente del comitato di gestione della Boutique e al presidente del groupment di Kayao.
Decidiamo di offrire ai presenti delle bevande per festeggiare ma non ce lo permettono: “ Qui gli stranieri sono nostri ospiti, siete in viaggio da questa mattina e con il vostro sostegno ora abbiamo una boutique che ci permetterà di avere tutti gli imput agricoli in loco”, “ le bevande le offriamo noi”. Le nostre bottiglie si uniscono in un tintinnio di brindisi e sorrisi gioiosi. Le mani si stringono in saluti calorosi e voci diverse si sovrappongono mischiando lingue e culture.
Ri-partiamo!
Ripartiamo, ma prima di riprendere la pista passiamo tutti assieme a salutare la famiglia colpita dal lutto. Nessuno di noi li conosce, ma qui è importante e sacrosanto condividere il dolore di una perdita. Uniti da una sorte comune a tutti e dal dolore di un’assenza, stringiamo le mani e guardiamo a terra in silenzio.
L’attenzione al prossimo, l’importanza di un saluto e di una stretta di mano è fondamentale per una convinza pacifica ed è la base della vita comunitaria.