Ovvero come raccogliere soldi per costruire ponti anziché erigere muri, usando 4 ingredienti: tempo, contatti, passione e curiosità.
di Katia Bouc, operatrice CISV
Tutto è iniziato nella mia testa tempo fa. Nell’estate 2018 più precisamente. Le notizie di quello che il nostro Governo stava portando avanti (porti chiusi ai migranti salvati in mare, proclami “in difesa degli italiani” contro le invasioni e via dicendo) mi facevano sentire inerme. Avrei voluto fare qualcosa contro tutto quello che stava accadendo, ma cosa? Non sono la rivoluzionaria che si incatena in mezzo alla strada per fermare tutto. Pensavo al lavoro quotidiano delle mie colleghe
con le richiedenti asilo, un lavoro delicato, un accompagnamento attento e costante per cercare di ridare innanzitutto dignità a queste persone e fornire loro strumenti per poter trovare uno spazio nella nostra società. Difficilissimo.
Conosco da vicino queste persone, mi fido del loro lavoro e lo apprezzo. Perché non provare quindi a sostenerlo? Piccola cosa, intanto però avrebbe potuto essere un supporto concreto, in secondo luogo sarebbe stato un modo per coinvolgere in un gesto solidale altre persone (tante o poche? chi poteva dirlo…).
Da un po’ provavo anche curiosità rispetto ai crowdfunding: non sono mai stata brava a raccogliere fondi e chiedere denaro, ma mi interessava capire il meccanismo delle nuove piattaforme online. E poi si avvicinava il Natale: mi sarebbe piaciuto proporre ai miei cari di lasciar perdere i soliti regali (ormai abbiamo tutto quello che ci serve) e di fare invece un dono per una giusta causa.
Primo ingrediente: il tempo. Ne è servito un po’ perché tutti questi elementi si incrociassero nei miei pensieri e trovassero una giusta forma.
Chiedo quindi alle mie colleghe dell’ufficio Raccolta Fondi come posso provare a lanciare la raccolta e mi propongono facebook o Rete del Dono, che ho preferito per evitare l’impero di Zuckerberg e perché diversi amici non usano Fb. Mi danno qualche dritta utile all’impresa.
Creo la pagina su Rete del Dono e poi, prima di inviare messaggi ad amici e conoscenti, costruisco le preziosissime liste di contatti: parto dalle persone più vicine, e per cerchi concentrici inserisco i nomi di tutti quelli che vorrei coinvolgere e lo strumento con cui farlo (tanti attraverso whatsapp, alcuni via mail – ho usato whatsapp sia per contatti singoli che coinvolgendo due gruppi preesistenti di amici molto cari). E penso che vorrei raccontare cosa sto facendo. Ci metto due
giorni per confezionare il messaggio da mandare, in cui riassumo le motivazioni che mi spingono al lancio del crowdfunding e a come fare per partecipare. Ben due giorni, non è stato banale scrivere qualcosa di caldo, sentito e coinvolgente. Due giorni spesi bene, perché ho capito dopo che tante persone sono state invogliate dal partecipare proprio da quel primo messaggio. Sempre il tempo.
E poi il secondo ingrediente: i contatti. Perché, ora che siamo giunti alla fine, posso dire di conoscere personalmente 26 dei 28 donatori. E quindi persone che si fidano di me e che hanno voluto sostenere una mia proposta. Alcune si sono a loro volta impegnate a coinvolgerne altre.
Questo si può fare solo se c’è un legame significativo alla base!
A quel punto ho scritto il primo post su facebook per parlare dell’iniziativa, e a seguire riadattato lo stesso per linkedin e twitter. Era il 12 dicembre. Le prime donazioni non hanno tardato ad arrivare. Amici e parenti, a cui scrivo un messaggio personale di ringraziamento. Qualcuno ha condiviso il post su facebook. Poi le acque si sono calmate. Anche se io ormai ero entrata nella parte della crowdfunder e consultavo i risultati più volte al giorno, nei momenti e luoghi più
disparati.
Arriva il Natale, ad alcuni donatori avevo inviato una lettera personalizzata da mettere sotto l’Albero. A Santo Stefano rilancio l’iniziativa (quanto era stato raccolto fino ad allora), inviando a quasi tutti i contatti di cui sopra: non eravamo lontani dai 750 euro di obiettivo. Nuovo post su facebook e sugli altri social. Nuove donazioni subito dopo – questo dimostra che spesso le persone si dimenticano, non per cattiveria, ma perché i pensieri sono sempre molti e se non lo si fa subito
poi passa in cavalleria. Superiamo l’obiettivo e allora rilancio e lo sposto a 1.000. Ce la faremo!
Si avvicina la fine del crowdfunding (8 gennaio), alcuni giorni prima riprovo per l’ultima volta a sollecitare, ringraziando per il risultato ottenuto e invitando chi ancora avesse voluto sostenere l’iniziativa. Come per Santo Stefano, arrivano donazioni subito dopo!! E ci sono nuove condivisioni via facebook, con una differenza rispetto alle precedenti: gli amici che le hanno scritte non hanno semplicemente condiviso, ma hanno aggiunto un testo loro, “caldo”; che sia un caso o meno, a
seguire sono arrivate ulteriori donazioni.
Intanto non vi sto a scrivere quante volte in questo mese ho aperto il portare di Rete del Dono per verificare l’importo. Stamane lo apro per l’ultima volta, la raccolta si è conclusa. Sono al bar e mi prendo un lunghissimo caffè. Perché vista la grande soddisfazione (1.206 euro raccolti da 26 donatori) mi metto a ringraziare tutti, uno per uno (eccetto le due persone che non conosco), scrivendo loro su whatsapp o su messenger. E proprio così raccolgo ancora una nuova donazione
(a riprova del fatto che i remind sono sempre utilissimi!!). E celebro il successo ottenuto sui social!!
Terzo ingrediente: il crederci. Ho pensato a lungo prima di avviare il tutto; avrei potuto parlare solo di un’iniziativa che conosco bene, di cui mi fido, e in cui vedevo un grande senso di utilità, ma anche un grande senso simbolico in questi tempi bui in cui ci invitano a erigere muri anziché accogliere. Lo sentivo dentro davvero, elemento fondamentale alla base della buona riuscita dell’operazione.
E da ultimo la curiosità: volevo sperimentare un crowdfunding, mi interessava capire meglio quali strategie mettere in piedi per portare avanti il discorso in modo intelligente e mirato, e possibilmente efficace.
Arrivo quindi a tirare le fila: sono molto soddisfatta di come è andata, sia in termini di risultati economici, sia in termini di coinvolgimento indiretto. I donatori reali sono 30 (alcune offerte sono arrivate extra Rete) per un totale di 1.376 euro . Un successo inaspettato!! Tante persone meravigliose che hanno scelto di fare il loro regalo di Natale solidale, e contrastare con questo gesto il dilagare del respingimento e della diffidenza: costruire ponti è molto meglio che non erigere muri!!!