di Franco Bosticco (in Burundi dal 1986 al 1990; e dal 1998 al 2007)
Come prima cosa vorrei mettere in evidenza che il CISV ha fatto e fa il possibile per dare continuità agli interventi, per questo, credo, ha messo più radici nella provincia di Karusi, Nyabikere, Shombo e Mutumba in particolare. E’ probabilmente una specificità, contrariamente alla maggior parte delle ong, dove è assai raro che si resti più di 3-4 anni nello stesso posto. Credo sia a tutto vantaggio del CISV ritenere prioritario dare solidità alle attività svolte e alle strutture organizzate.
Ritengo tuttavia opportuno avere più coraggio, non sentirsi troppo legati alle proposte dei finanziatori (che non necessariamente permettono una continuità negli interventi nella zona fulcro – i tre comuni sopra citati, appunto – ma danno una maggiore facilità di “sopravvivenza” della ong nel paese) ed evitare di spostare gli interventi per brevi periodi in altre province.
So che è una scelta delicata che causa, almeno nel breve periodo, una ulteriore diminuzione del budget. Richiede un forte radicazione sul territorio e un maggior coinvolgimento dei gruppi in Italia, affinché si sentano più legati ai risultati nel breve e, soprattutto, nel lungo periodo.
E’ scontato che è una scelta difficile, soprattutto (ma non solo) da parte del volontario, che si trova a lavorare con mezzi semplici, tutto sommato molto simili a quelli che avevano i primi volontari che sono arrivati nel ‘73. Si prova sulla propria pelle (sto lavorando da solo a Butezi dove prima lavoravano mediamente una decina di volontari) le difficoltà a tirare avanti senza nessuna garanzia, ma soltanto il coraggio della propria (piccola) fede. E’ possibile tuttavia continuare a costruire, anche a piccoli passi, sulla base di quello che si riesce a organizzare. Credo si possa essere più in ordine con la propria coscienza.