di Sara Marsili
Domenica pomeriggio, conclusasi l’intensa settimana di formazione generale – di cui vi ho già raccontato qui – e dopo calorosi saluti, ognuno di noi ha lasciato Bologna e ci siamo ‘sparsi’ un po’ ovunque in Italia; chi avvicinandosi alla propria sede di servizio in Italia, chi tornando a casa in attesa della partenza all’estero.
La seconda settimana di formazione ha perciò visto un cambio di location, formatori, tutor, temi trattati e anche compagni. Insieme a cinque colleghi ho preso il treno verso Torino, la nostra ‘base’, dove rimarremo in servizio per i prossimi 12 mesi. La non eccessiva distanza tra le due città ha fatto sì che arrivassimo prima di cena, potendoci così concedere una serata confortante e rigenerante. Per evitare di perdere il ritmo e rimanere focalizzati su questo nuovo ruolo che ci caratterizza, le lezioni sono riprese immediatamente la mattina successiva.
L’organizzazione della settimana è stata più leggera, con una netta diminuzione del numero di ore in aula. A differenza della precedente, la buona omogeneità del gruppo ha permesso di diminuire lo spazio dedicato alla socialità – che ha comunque mantenuto la sua importanza – per aumentare il tempo formativo: lezioni più brevi quindi, ma molto più intense! L’aula in cui siamo stati accolti è stata la stessa dei primi colloqui di selezione: un’ampia stanza sobria all’interno della sede di El Barrio, nel quartiere Falchera di Torino. Eravamo in 26 volontari CISV, di cui due terzi si divideranno tra Senegal, Benin, Brasile, Colombia, Guatemala, Venezuela, e gli altri pronti a prestare servizio in Italia, all’interno delle tre sedi torinesi: El Barrio , Cottolengo e Reaglie. Non tutte le facce erano sconosciute, ma una breve presentazione di se stessi è sempre utile! E così si rompe facilmente il ghiaccio; il clima è conviviale, pacifico e accogliente.
La prima lezione è stata dedicata proprio al racconto della storia CISV. Partendo da un gruppo di poche persone interessate al volontariato e costituitosi attorno alla figura di Don Giuseppe Riva, negli anni ’60 è nata un’associazione comunitaria con sede a Reaglie. Questa è stata il primo nucleo, ancora poco definito che – evolvendosi nel tempo e dandosi nuovi obiettivi – è diventato nell’80 una vera e propria associazione con le caratteristiche di una ong: CISV, con la mission di cooperazione internazionale e solidarietà. Abbiamo imparato quali sono oggi gli ambiti in cui l’attività dell’associazione si divide: Paesi del Sud del mondo – in cui si cerca di agire in modo co-partecipato, insieme alle popolazioni locali, allo scopo di portare cambiamenti reali – e Italia/Europa – le cui caratteristiche e attività peculiari sono le fraternità di vita, l’informazione, l’educazione e, più recentemente, l’accoglienza ai rifugiati.
In un secondo momento è stato approfondito il tema della strategia CISV nel Sud del mondo e le attività sul territorio italiano, per capire come sono organizzati i progetti, quali sono le differenti tipologie, la metodologia utilizzata e le competenze richieste; e anche per conoscere le strategie di comunicazione esterna e di raccolta fondi, l’uso delle ICT4D e il progetto Ong2.0. Non sono mancate le lezioni interattive, che permettono un apprendimento attraverso il fare (learning by doing), facilitano la socializzazione e il team building: è stato il caso del “Gioco di Ruolo sulla sovranità alimentare” ideato e animato da Davide Giachino.
Nel complesso questa fase di formazione è risultata ben organizzata, puntuale e pratica. Grande attenzione è stata dedicata anche alla spiegazione di tutte le questioni burocratiche che ci riguarderanno durante l’anno, un momento un po’ pedante ma fondamentale, che ha chiuso la settimana, lanciandoci un deciso messaggio: ‘sei pronto per iniziare!’.
Nota: Mentre scrivo sono ormai passate diverse settimane da quell’inizio e sono ormai immersa quotidianamente nelle attività dell’associazione. Ma è presto per parlare di questa parte di esperienza, magari tra non molto vi racconterò qualcosa di nuovo.