Forza di volontà e digitale nei progetti di Cooperazione Internazionale in Brasile
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di Elena Maraniello e Jessica Genova, servizio civile CISV

Durante l’emergenza epidemiologica da Sars-Cov-2, il Brasile è stato ed è tuttora uno dei Paesi più colpiti al mondo; ha dovuto affrontare diverse ondate e fare i conti con un sistema sanitario al collasso, nonostante gli ospedali abbiano aumentato i posti letto dedicati alle persone malate di Covid-19.

In queste ultime settimane, la situazione pandemica è peggiorata anche nella regione dei Sartões, costringendo i tecnici del progetto per i pescatori e pescatrici a lavorare a distanza, soprattutto perché il numero di morti per Covid è aumentato sia a Crateús che nei comuni vicini, raggiungendo anche le comunità dove risiedono i pescatori. Nel comune di Tamboril, per esempio, una famiglia di pescatrici beneficiarie del progetto è stata gravemente colpita dal Covid con la morte del capofamiglia e l’ospedalizzazione e terapia intensiva di altri 3 membri.

Il progetto “Pescadoras e Pescadores Artesanais Construindo o Bem Viver nos Sertões de Crateús dos Inhamuns”, finanziato dall’Unione Europea e realizzato da Caritas Diocesana di Crateús con la collaborazione di CISV, lavora con persone che fino a pochi anni fa erano considerate invisibili, sia per le istituzioni che per la comunità di appartenenza. In questi anni, attraverso l’implementazione di diversi interventi progettuali, i beneficiari del progetto hanno lottato per i propri diritti e poco a poco sono usciti dall’invisibilità professionale. Le pescatrici hanno aumentato la propria autostima e sono finalmente consapevoli del loro valore all’interno della comunità. I passi avanti però rischiano di essere rallentati dalla diffusione del virus.

Dal giorno 15 di Marzo, il lockdown generale nella regione dei Sartões ha impedito agli operatori impegnati nel progetto di svolgere le proprie attività ordinarie in presenza. Nonostante ciò, gli agenti Caritas non si sono arresi, anzi, hanno dovuto reinventarsi e trovare nuove modalità e strategie al fine di mantenere le relazioni con i beneficiari.  “In queste ultime settimane abbiamo intensificato le chiamate individuali di supporto e le interviste con le famiglie di pescatori e pescatrici” – ha raccontato Fatinha Veras, agente Caritas Diocesana di Crateús.

L’uso della tecnologia e del digitale ha così permesso di superare e affrontare le sfide complesse determinate da un’emergenza epidemiologica che sembra senza fine e che fa sì che ancora una volta i diritti dei pescatori e delle pescatrici vengano violati, come il pagamento ritardato o la negazione del diritto all’assicurazione del pescato. Per questo motivo, il progetto nelle terre retrostanti di Crateús e Inhamuns sta portando avanti una campagna di solidarietà distribuendo cibo e kit di igiene e pulizia, per alleviare la difficile situazione economica delle famiglie di pescatori. I tecnici sul campo Fatinha Veras e Marciel Melo hanno iniziato la consegna dei cesti alimentari nelle comunità di Tamboril, Catunda e Nova Russas, raggiungendo 28 famiglie ed entro la fine della settimana la campagna si estenderà agli altri comuni dove opera il progetto.

Gli agenti Caritas come sempre si dimostrano attenti ai bisogni della comunità e utilizzano tutti gli strumenti a loro disposizione per raggiungere più beneficiari possibili. Si sono fatti portavoce tramite tutti i canali social di campagne preventive sulla qualità della vita e di attenzione alla salute fisica e mentale, invitando le persone a evitare gli assembramenti e consigliando di non uscire di casa se possibile. Si sono anche schierati in prima linea quando c’è stata la necessità di una vicinanza fisica alle comunità colpite gravemente dalla pandemia. Mantenendo sempre alta l’attenzione ai diritti umani e di genere, senza smettere di accompagnare le donne che fanno parte dei vari progetti e che nell’ultimo anno sono risultate essere le più colpite, si continuano a creare spazi di incontro e di ascolto collettivo virtuali.

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