L’ITALIA SIAMO GIÀ NOI #iussoli

Un milione di minorenni figli di genitori stranieri sono residenti in Italia, circa 650 mila sono nati nel nostro Paese ma la legge 91 del 1992 non riconosce loro la cittadinanza per lo ius soli. Devono richiedere il riconoscimento della cittadinanza compiuti i diciotto anni attraverso un complicato e costoso iter burocratico, fino ad allora devono rinnovare il permesso di soggiorno assieme ai genitori. Se dovesse esserci un qualsiasi intoppo, rischierebbero di essere espatriati in un paese sconosciuto, nonostante parlino italiano e vivano esattamente come i propri coetanei con genitori italiani. Ecco le seconde generazioni di migranti”. Fanpage.it
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“Si tratta di fare buona amministrazione e prendere atto della condizione effettiva e della composizione della popolazione che vive e risiede nel nostro Paese. Un buon governo non può ritrarre lo sguardo dalla realtà: se lo fa perde il contatto con i bisogni, le aspettative e le richieste dei suoi cittadini. Con o senza passaporto tricolore”. Wired.it
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Centinaia le persone in piazza per la manifestazione in favore dello Ius Soli il 20 ottobre in piazza Castello: tante classi, genitori con bambini e associazioni. Il presidio permanente in piazza, attivo fino al 3 novembre”. Torino, La Stampa
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Noi insegnanti guardiamo negli occhi tutti i giorni gli oltre 800mila bambini e ragazzi figli di immigrati che, pur frequentando le scuole con i compagni italiani, non sono cittadini come loro. Ci troviamo così nella condizione paradossale di doverli educare alla “cittadinanza e costituzione”, seguendo le Indicazioni nazionali per il curricolo – che sono legge dello stato – sapendo bene che molti di loro non avranno né cittadinanza né diritto di voto. Questo stato di cose è intollerabile. Come si può pretendere di educare alle regole della democrazia e della convivenza studenti che sono e saranno discriminati per provenienza?”
Eraldo Affinati, fondatore della scuola Penny Wirton
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CISV aderisce all’appello proposto dal Comitato mano nella mano contro il razzismo a favore dello IUS SOLI: una diseguaglianza, una mancanza di diritto che colpisce la vita di bambini che nelle scuole italiane, studiano, crescono imparano a fianco di bimbi italiani di cittadinanza. Per loro non c’è differenza: l’Italia siamo già noi.

Appello piemontese in favore dell’approvazione immediata dello “IUS SOLI”
Noi uomini e donne della società civile piemontese – associazioni, sindacati, gruppi informali – abbiamo deciso di mobilitarci al fine di non far calare l’attenzione sulle modifiche della legge sulla cittadinanza n.91/1992 che mirano ad introdurre significativi miglioramenti per l’accesso alla cittadinanza dei minori di origine straniera, attualmente italiani di fatto ma non di diritto.
Il 13 ottobre 2015, la Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato in materia di cittadinanza che consentirebbe ai figli di immigrati, nati o cresciuti nel nostro Paese, di diventare italiani accedendo al cosiddetto “Ius soli” e “ius culturae”. Da quella data, però, il testo è rimasto bloccato in Senato e, ancora oggi, non è stata prevista la calendarizzazione per la discussione.

Per questo aderiamo all’appello INSEGNANTI PER LA CITTADINANZA, lanciato da docenti ed educatori, che porterà la scuola a mobilitarsi, per l’approvazione di una legge fondamentale e di civiltà, dal 3 ottobre al 3 novembre 2017.
In questo periodo avrà inizio un mese di mobilitazione per affrontare il tema, fuori e dentro le scuole, attraverso diverse iniziative. Anche la società civile piemontese si mobiliterà in favore di questo appello prevedendo momenti strutturati con il coinvolgimento delle Scuole piemontesi, delle Istituzioni e dell’intera cittadinanza.