Qui l’intervista a Giulia Lanzarini, coordinatrice della nostra équipe di Educazione alla Cittadinanza Globale. Approfittiamo per ringraziare l’équipe che, con grande capacità, si è rimodellata sulle nuove esigenze imposte dalla quarantena in questa fase di epidemia da Covid-19.
Come stanno procedendo le vostre attività in questa emergenza? Qual è lo stato d’animo con cui state affrontando la situazione?
Alla fine di febbraio, non appena è stata comunicata la chiusura delle scuole per l’emergenza sanitaria, ci siamo attivati con i nostri partner di progetto per capire come continuare a sostenere a distanza i bambini e i ragazzi, i docenti e i genitori con cui lavoriamo. Inizialmente sembrava una situazione transitoria, che sarebbe durata al massimo qualche settimana, ma presto abbiamo capito di dover reinventare velocemente tutte le attività educative, mettendo a frutto tutti i canali tecnologici disponibili e più facilmente accessibili, proprio come stanno facendo le scuole in queste settimane.
Stiamo affrontando la situazione con tanta energia. Ci siamo messi completamente in gioco. Ci guida il desiderio di trovare nel più breve tempo possibile soluzioni in linea con quanto proposto dalle scuole con cui collaboriamo, per non confondere i ragazzi e le loro famiglie, accessibili a tutte e tutti, e che permettano ai nostri educatori di continuare ad accompagnare i bambini e ragazzi nel loro percorso.
Adesso che le scuole sono chiuse, cosa sta facendo CISV per i minori in condizione di povertà educativa?
Per i minori che vivono in condizioni di maggiore fragilità sociale ed economica, attraverso i progetti “Fuoriclasse in Movimento”, promosso da Save the Children, e “ComunitAzione”, finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini, CISV sta continuando a distanza le attività dei centri educativi, sostenendo bambini e ragazzi nello studio attraverso sessioni individuali e a piccoli gruppi, proponendo attività ricreative e soprattutto continuando a curare la relazione con ciascuno di loro, a coltivare le dinamiche dei gruppi e a costruire ponti con i docenti e le famiglie.
Nello stesso tempo cerchiamo di supportare i docenti, nel lavoro a distanza con i ragazzi più in difficoltà, e le famiglie – soprattutto quelle che devono fare i conti con barriere linguistiche o socio-culturali – a fronte di un sistema scolastico che da un giorno all’altro ha cambiato volto ed è diventato molto più complesso.
A Settimo Torinese, Moncalieri, Nichelino, Rivoli, Collegno, Grugliasco, La Loggia con i Comuni e gli altri nostri partner stiamo supportando le scuole nell’acquisto di tablet e computer e nell’attivazione di connessioni internet mobili, che verranno messi a disposizione dei ragazzi che non hanno la strumentazione necessaria per seguire le attività di didattica on-line.
Alcuni ragazzi possono fare affidamento solo sul cellulare dei genitori, quando disponibile, o devono dividere un unico strumento con gli altri membri della famiglia, faticando a seguire in modo continuativo le lezioni on-line e a svolgere i compiti assegnati. Il Ministero ha messo a disposizione dei fondi a tale scopo ma il bisogno è tanto e le organizzazioni come la nostra sono un tassello importante per far sì che nessuno resti escluso.
La didattica a distanza imposta dall’epidemia è una sfida per tanti docenti, e il dibattito sulla sua validità è tuttora acceso. Quali sono i limiti e le opportunità di questa situazione?
La didattica a distanza è arrivata come un tornado e ha imposto alle scuole di reinventarsi nell’arco di poche settimane e a noi, che con le scuole collaboriamo ogni giorno, di fare altrettanto. Alcuni docenti e alcuni educatori per loro formazione e propensione erano più pronti e avevano già sperimentato strumenti tipici della didattica on-line, nei loro corsi di aggiornamento o direttamente con gli studenti, ma la maggior parte si è trovata a dover imparare tanto in pochissimo tempo.
Questa esperienza collettiva ha permesso di fare un balzo in avanti in termini di strumenti messi in campo e di aggiornamento tecnologico, ma tanti interrogativi sorgono via via che la sperimentazione avanza, i tempi si protraggono e le risposte in campo tecnologico, pedagogico, psicologico, sulla tutela della privacy, sulla prevenzione di fenomeni di cyber-bullismo ecc. vengono costruite man mano.
Fra le questioni chiave che stanno emergendo e su cui in corsa cerchiamo tutti risposte rapide ed efficaci: come evitare la sovraesposizione dei bambini e dei ragazzi alla tecnologia; come assicurare una didattica inclusiva, soprattutto là dove non tutti dispongono di spazi, di dispositivi e di un’organizzazione familiare adatta alla didattica on-line; quali proposte educative a distanza siano le più indicate per ciascuna fascia d’età, al fine di supportare l’apprendimento e lo sviluppo di competenze a tutto tondo.
I ragazzi e le famiglie ci chiedono di aiutarli a orientarsi fra i nuovi linguaggi e strumenti messi in campo, nuove procedure nel nuovo dispositivo, nuove tempistiche. Uno dei problemi maggiori è come organizzare la giornata in tempo di quarantena, sapendo che l’organizzazione di ciascun membro della famiglia deve incrociarsi con quella di tutti gli altri per l’uso degli spazi e degli strumenti tecnologici, per poter essere supportati (in particolare i più piccoli) da genitori che, nei migliori dei casi, continuano a lavorare dentro o fuori casa.
Per descrivere le opportunità che abbiamo riscontrato in questa situazione, ecco quanto racconta la nostra collega Beatrice, che coordina il Centro Educativo Fuoriclasse di Torino:
– è tutto nuovo: nuove sfide, nuovi approcci, tutto da sperimentare con curiosità e propositività, c’è tanto da imparare e questo può essere molto stimolante;
– il rapporto di fiducia tra gli operatori del centro e le famiglie e gli insegnanti, in questi giorni di “distanza”, si è molto rinforzato, non possiamo che esserne contenti
– ciascun ragazzino del centro viene seguito individualmente o a piccoli gruppi in chiamata, un’ora alla settimana per i compiti: non c’è mai stata tanta voglia di studiare insieme come adesso!
– bambini, ragazzi, ma anche insegnanti ed educatori, stiamo tutti acquisendo competenze digitali che prima non avevamo. Stiamo facendo un balzo tecnologico in avanti incredibile;
– stiamo lavorando moltissimo sul linguaggio verbale: descrivere al telefono qualcosa che chi è dall’altra parte non può vedere (una scheda, un esercizio, un disegno) implica uno sforzo immenso, ma è anche un super allenamento.
Benché il virus colpisca tutti indifferentemente, le conseguenze del lockdown fanno emergere forti disuguaglianze sociali: come si stanno affrontando in ambito educativo?
L’obiettivo principale è che nessuno resti indietro, per fare questo è fondamentale ora più che mai l’alleanza fra le scuole e le varie componenti della comunità educante (le famiglie, le associazioni, le istituzioni…) e ogni componente deve svolgere il suo ruolo al meglio, coordinandosi con le altre parti.
CISV sta dunque continuando il suo lavoro a favore dei bambini e ragazzi più fragili nelle varie città italiane in cui è presente: Torino, Settimo Torinese, Genova e Cagliari.
Fuoriclasse in Movimento, promosso da Save the Children, di cui CISV è partner nelle città di Torino Genova e Cagliari
Comunitazione Strategie educative per una comunità che si prende cura di sè, un progetto selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile (formula usata dal finanziatore, la più corretta) di cui CISV è capofila