Città del Guatemala, 30 marzo 2012
Il 19 marzo più di mille contadini guatemaltechi, provenienti da diverse comunità degli altopiani centrali del paese, hanno cominciato da Cobàn una marcia verso la capitale, per la difesa della Madre Terra, contro gli sgomberi forzati (desalojos) delle comunità rurali, contro la criminalizzazione dei movimenti sociali e per l’approvazione della Legge di Sviluppo Rurale Integrale, che conterrebbe la maggior parte delle altre rivendicazioni.
La Marcha Indigena, Campesina y Popular è senza precedenti in quanto è partita come una mobilitazione di base, fatta di persone, ed è riuscita nell’intento di unire movimenti e comunità di diverse zone del paese, accomunate dal fatto di subire da un lato le politiche del governo in tema di gestione della terra e repressione, dall’altro le occupazioni da parte di aziende transnazionali di territori comunitari, per lo sviluppo di centrali idroelettriche e miniere.
Durante il percorso di 214km ogni giorno hanno continuato ad aggiungersi manifestanti e all’entrata in capitale il 27 marzo, dopo nove giorni di camminata, la Marcia contava più di 2000 partecipanti. I messaggi di solidarietà sono stati ancora più numerosi e hanno contribuito a fare di questa iniziativa una questione nazionale, risvegliando il malcontento diffuso rispetto ai problemi sociali, economici, politici e culturali che non sono mai stati fronteggiati adeguatamente da nessun governo. Nella notte tra il 27 ed il 28 i rappresentanti della Marcia sono stati ricevuti dal Presidente dello Stato Otto Pérez Molina, che formalmente ha dichiarato di impegnarsi per la risoluzione delle problematiche presentate.
Nella conferenza stampa di stamattina, 30 di marzo, Daniel Pascual del Comité Unidad Campesina (CUC)ha però sottolineato che questo movimento non si fermerà fino a quando non siano attese concretamente tutte le rivendicazioni portate alla luce dell’attenzione pubblica, le quali afferma essere molto chiare e puntuali. La necessità di risolvere la problematica agraria ed il condono del debito agricolo, la demilitarizzazione delle aree rurali ad alta conflittività, la cessazione della criminalizzazione e repressione dei movimenti sociali, l’attenzione ai problemi delle comunità del Polochic e la cancellazione delle licenze di esplorazione e sfruttamento minerarie; queste, secondo i portavoce della Marcia, sono le principali richieste che dovranno essere affrontate dal governo. La speranza è che il 19 aprile, nella prossima riunione con l’esecutivo, questo ultimo presenti delle soluzioni ed un piano concreto di attuazione delle stesse. Nel frattempo, dichiara Pascual, la mobilitazione continuerà attraverso tutti i canali possibili e mediante tutte le azioni che siano necessarie, perchè questo è solo un primo, grande passo verso la costruzione di un Guatemala più giusto e democratico.
Giacomo Cantini
Per seguire gli sviluppi della Marcia: https://www.facebook.com/pages/Marcha-ind%C3%ADgena-campesina-y-popular/207724279334698