Quando pensiamo alla Pace pensiamo probabilmente anche al suo opposto: la guerra. È importante però pensare alla Pace anche come insieme di piccole azioni, gesti e parole quotidiane. È importante pensarci anche come risultato delle scelte di tuttə noi, che possiamo contribuire a costruirla giorno per giorno.
È a partire da questa riflessione che il progetto “Continuare a Tessere Cammini di Pace in Colombia” ha sviluppato, come uno dei suoi risultati più sentiti e tangibili, la costruzione di un opuscolo per riflettere sulla tematica della violenza di genere.
Le protagoniste dell’elaborazione di questo bellissimo libretto sono le donne del Comune di Toribio, territorio indigeno Nasa della Regione del Cauca. Siamo nel sud della Colombia, in una fetta di terra continuamente martoriata dal conflitto armato, dove tensione e dolore sono all’ordine del giorno.
È in un contesto violento come quello di Toribio che possono nascere azioni di potente speranza, capaci di smuovere le coscienze della comunità. Abbiamo avuto l’opportunità di chiacchierare telefonicamente con Diezly Yunda, una delle persone che si sono occupate di gestire le attività di riflessione sulla violenza di genere che hanno portato alla costruzione del libretto.
“La violenza deve essere prima resa visibile e poi ridotta drasticamente, è per questo che attività come quelle che abbiamo svolto sono così importanti”. E prosegue: “Il conflitto armato qui è più vivo che mai e le donne lo subiscono fortemente. Sono vittime di violenza psicologica, verbale e fisica in troppi casi. Il machismo, in una situazione di tensione come quella che viviamo, si acutizza e provoca ferite dolorose.”
La guerra colombiana è una guerra complessa. Gli attori, che si contendono i territori strategici come quelli del Cauca, sono molteplici e mutano forma e modalità a seconda delle circostanze economiche e politiche. La situazione attuale vede vari gruppi armati fronteggiarsi per accaparrarsi il controllo dei territori, dove coltivazioni di uso illecito, estrazione mineraria e mono coltivazioni agricole la fanno da padroni. A pagare il prezzo di queste circostanze ormai vecchie di mezzo secolo sono le comunità contadine ed indigene che si vedono costrette a convivere con un conflitto dal quale è difficile sfilarsi.
“Sono tantissime le madri addolorate per non avere più notizie di figli arruolati nei gruppi armati illeciti. La scarsa presenza di opportunità per le giovani generazioni fa sì che diventi allettante la prospettiva di fare soldi facili imbracciando un fucile o lavorando nelle coltivazioni di uso illecito. Sono tantissime le donne a subire abusi e violenze da parte degli stessi gruppi ” ci continua a raccontare Diezly.
In un contesto ferito, attività come quelle previste dal progetto diventano un balsamo curativo. “Durante gli spazi di riflessione e dialogo, le donne si sentono libere di raccontarsi e sfogarsi. A volte escono così tante cose a galla che è difficile prenderle tutte in carico. Già il riuscire a parlare di alcune cose è parte di un processo di cura. È necessario che queste donne si sentano meno sole” ci racconta Diana Agredo, una delle persone responsabili di produrre il phamplet dal punto di vista contenutistico e grafico.
La violenza di genere è uno dei temi fondamentali da affrontare per poter costruire una Pace con la P maiuscola. In cosa consiste quindi questa pubblicazione?
“Abbiamo usato il gioco per parlare di temi seri come quelli della violenza di genere. Il libretto è composto da domande molto semplici e da un gioco dell’oca che aiuta a comprendere quali segnali sono importanti da cogliere per agire”.
Le stesse donne che hanno collaborato nella realizzazione della pubblicazione si occuperanno di distribuirlo e presentarlo nel territorio, coinvolgendo anche le amministrazioni locali e le organizzazioni indigene. “Vorremmo poter continuare questo lavoro di accompagnamento. Vorremmo continuare a costruire spazi di divertimento, sorellanza e sfogo per le donne Nasa. Ad alcune attività hanno partecipato anche degli uomini, dimostrandosi attenti e con voglia di essere buoni alleati. Laddove le donne stanno insieme, le azioni sono potentissime!”, ci racconta emozionata Diezly.
Una ventina di pagine piene di significato e di speranza. Un’ottima chiusura del progetto “Continuando a tessere cammini di Pace attraverso il protagonismo di giovani, donne e società civile” di CISV e CPAIS sostenuto dall’8×1000 Chiesa Valdese.
Alleghiamo il gioco dell’Oca per chiunque volesse cimentarsi a riflettere sulla violenza di genere in un modo non convenzionale.
Ringraziamo Diezly e Diana per la lunga chiacchierata, tutte le persone che hanno lavorato a questa importante pubblicazione e soprattutto la Comunità Nasa di Toribio per la forza, la resistenza quotidiana e l’esempio.
Adelante!