Il progetto “Obiettivo lavoro“, ideato ed eseguito da CISV insieme ad Africa 70, si è svolto in Niger tra l’ottobre 2020 e giugno 2024.
Il coordinatore del progetto, Moussa Arohalassi Halidou, è soddisfatto: «È un progetto fuori dal comune, rispetto a quelli che si trovano oggi in Niger. In particolare, i promotori delle micro imprese hanno responsabilità diretta nella gestione dei fondi, sia per gli investimenti iniziali che per le attività. All’inizio, l’équipe CISV ha fatto una selezione delle 36 migliori idee di start up, su circa 500 domande ricevute. A queste è stato dato un aiuto formativo nelle materie della gestione d’impresa e dell’amministrazione. Ogni start up ha poi ricevuto un pacchetto di fondi per gli investimenti iniziali. Quindi, l’équipe è rimasta al fianco di imprenditrici e imprenditori in una forma permanente di counseling. Obiettivo Lavoro ha permesso a molte micro imprese di partire effettivamente. Il progetto le ha accompagnate a formalizzarsi e poi a cominciare le attività. Uno degli obiettivi del progetto era creare lavoro per giovani e donne. È qualcosa che vedremo sul medio e lungo termine: quando una micro impresa decollerà, allora assumerà personale».
Vediamo alcune storie esemplari.
Niger Shine Lady’s
Lei si chiama Leila Barry, e si definisce imprenditrice sociale. Ha 34 anni e ha studiato comunicazione d’impresa all’Università di Niamey. «L’idea della creazione della micro impresa Niger Shine Lady’s mi è venuta perché volevo aiutare le ragazze del mio quartiere. Ero capo progetto per una Ong internazionale che si occupava della salute delle donne. Avevo notato che le ragazze più povere avevano difficoltà a procurarsi gli assorbenti. Allora mi è venuta l’idea di insegnare loro la confezione di assorbenti igienici riutilizzabili».
Leila inizia con l’ideazione del prodotto, poi realizza qualche piccolo investimento con i propri fondi. Quindi Obiettivo Lavoro le permette di acquisire le macchine da cucire elettriche e competenze in gestione. Leila continua appassionata: «Gli obiettivi della mia micro impresa erano la confezione di questi assorbenti riutilizzabili ma anche la fornitura di servizi associati per le ragazze in difficoltà».
Laila ci ricorda che ci sono state anche problematiche di tipo sociale, in quanto il tema è ancora considerato tabù dalla maggior parte della gente in Niger. Oggi però l’impresa funziona e oltre lei vi lavorano la sua assistente, un sarto e un guardiano.
Terre d’Adam
Ismael Hassane Adamou è un ingegnere nigerino di 32 anni. Qualche tempo fa, ha avuto un’idea: «Si può avere un terreno a Niamey, ma costruire una casa è piuttosto complicato. Allora ho pensato a un’alternativa economica e più adattata al nostro clima. Ho trovato un tipo di mattone di terra compattata, con una particolare forma a incastro». Si tratta di mattoni fabbricati con speciali presse, che compattano ad alta pressione una miscela di terra lateritica con una percentuale di cemento.
«Ho chiamato la mia impresa Terre d’Adam (Terra di Adamo). Questi mattoni sono molto solidi ed economici, perché usano meno cemento di quelli normali. Inoltre, la costruzione avviene più rapidamente grazie alla struttura a incastro. Anche questo fa diminuire i costi complessivi».
Grazie al progetto Obiettivo Lavoro «ho acquisito alcune competenze cruciali, soprattutto in contabilità e in gestione, che mi hanno permesso di strutturare la micro impresa e renderla redditizia».
L’appoggio passo passo di CISV fino all’apertura dell’impresa è stato cruciale, perché mi ha permesso di sentirmi aiutato e seguito in tutto il processo. È stato molto importante per me. Mi sono sentito come in famiglia».
Sapta, pulizia
«Mi chiamo Rahamatoulaye Alio Sanda Almou, detta Ramatou, ho 27 anni, sono nigerina e ho studiato farmacia all’università di Niamey. Quando ero studentessa, mi è venuta l’idea di creare una micro impresa. Ho scelto il settore dei servizi igienico sanitario e l’idea iniziale era quella della trasformazione dei rifiuti organici in concime». L’idea c’era, ma come finanziarla? «Non è stato facile». Ramadou compra la prima «toilettes mobile» che pensa che affittare agli enti locali, con l’obiettivo di migliorare le condizioni igieniche dei quartieri della capitale. «Mi sono scontrata con il problema delle abitudini e degli usi della popolazione». Nel frattempo arriva la pandemia e tutto si ferma. «Mi sono detta: devo essere resiliente e riflettere a come ripensare le attività della micro impresa. Ho quindi orientato l’attività al privato, con l’idea di fornire servizi a chi organizza eventi privati e cerimonie, come i matrimoni, i battesimi, che coinvolgono molte persone. Si tratta di affittare, oltre alle toilettes, sedie e tendoni per le feste».
Ramatou chiama la sua start up «Sapta», che in haussa, la lingua più parlata in Niger, significa pulito o pulizia. Viene selezionata dal progetto Obiettivo Lavoro, e questo le permette di acquisire le attrezzature che le mancavano. Inoltre, lei e suoi colleghi, seguono formazioni di marketing, gestione aziendale e contabilità. Oggi Sapta impiega quattro persone, di cui due permanenti e la altre a cottimo.
Complex Agro
Moumoni Saley, ha 31 anni, è sposato e ha una figlia di due anni: «Il mio lavoro è gestire progetti in ambito sanitario, perché ho un master di secondo livello in gestione di progetti e programmi di salute pubblica. La mia idea di micro impresa è nata perché avevo un sogno: creare una fattoria integrata, che comprendesse la piscicoltura, l’orticoltura e l’avicoltura».
Oltre ad allevare polli per la vendita, anche di pulcini e uova, Complex Agro – questo il nome della start up da lui creata -, produce e vende incubatrici, e fornisce assistenza dopo la vendita, consulenze e formazioni.
«Il progetto Obiettivo Lavoro mi ha permesso di fare il salto di qualità. Prima facevo tutto questo a casa e in modo informale, in piccole quantità. Adesso, dopo avere ricevuto tre formazioni in gestione d’impresa e una in avicoltura biologica, e dopo il finanziamento per le infrastrutture, tecnicamente sono più forte. Sono passato a un livello superiore per realizzare il mio sogno».
Articolo di Marco Bello e Issa Yakouba