Progetto

Rompendo il silenzio: donne Ixiles per una vita libera dalla violenza

Terminato

Continente: America Latina
Paese: Guatemala
Settore di intervento: Diritti

A 25 anni dagli accordi di pace (1996) in Guatemala si registrano ancora gravi violazioni dei diritti umani, alti livelli di povertà, disuguaglianza, discriminazione, e un alto indice di impunità. La violenza strutturale, il razzismo verso le popolazioni maya e il radicato machismo, portano il Guatemala ad avere il peggiore indice di disuguaglianza di genere della regione (WEF 2020), che si traduce in un indice di violenza contro donne e minori tra i più alti del continente, soprattutto nelle aree rurali dove risiedono le popolazioni maya. La zona di intervento, l’area ixil (dipartimento del Quiché) presenta uno dei peggiori indici di sviluppo umano del Paese, e le condizioni di vita degli abitanti, 90% dei quali è di origine maya ixil, sono estremamente precarie, soprattutto nelle aree rurali dove non è garantito l’accesso ai servizi di salute, acqua ed energia elettrica. La regione è stata particolarmente colpita dal conflitto armato, la frammentazione e la violenza sociale sono alcune delle conseguenze che ancora vive il municipio, dove si registrano tutt’oggi gravi violazioni ai diritti umani. Qui la disuguaglianza di genere si articola con quelle economiche e culturali, rendendo le donne maya tra le più esposte alla violenza ed esclusione sociale e politica.

Obiettivi

Questo progetto intende rafforzare il processo di lotta alla violenza di genere promosso da ASOREMI nella Regione Ixil in Guatemala, Paese caratterizzato da una radicata e crescente violenza sociale aggravata dalla situazione pandemica per COVID-19, con l’obiettivo di fomentare il protagonismo delle donne maya della regione nella costruzione di una società includente e libera dalla violenza.

Soggetti

CISV lavora in partenariato con ASOREMI.

ASOREMI (Associación Red de Mujeres Ixiles) è una associazione composta da 352 donne Ixil provenienti da 6 villaggi facenti parte di 3 distretti del Nebaj, nella provincia guatemalteca del Quiché. Si occupa principalmente della lotta contro la violenza di genere e dal 2009 ha istituito un centro di supporto e incontro chiamato “Defensoria de la Mujer l’x” per donne vittime di violenza di genere.

I/le beneficiari/e diretti/e sono:

  • 400 donne vittime di VdG per la maggior parte maya ixiles in età riproduttiva (18-45 anni), provenienti dalle aree rurali della regione, con un basso tasso di scolarizzazione e senza fonti di reddito esterne;
  • 25 difensore maya di ASOREMI e altre 2 organizzazioni a livello nazionale;
  • 60 docenti e 200 studenti delle scuole secondarie della regione.

I/le beneficiari indiretti/e: 150.000 abitanti della regione, che beneficeranno dei cambiamenti sociali promossi dal progetto.

Attività

  • Le attività organizzate e promosse dal progetto sono:
  • Rafforzare la rete di difensore per la tutela dei diritti umani e specifici di genere a livello nazionale, dando alle difensore concrete capacità di advocacy per poter agire in maniera coordinata e presentare proposte di miglioramento del sistema di giustizia per promuovere i propri diritti specifici e denunciarne la violazione.
  • Facilitare l’accesso alla giustizia per almeno 400 donne maya vittime di VdG, riadattando e rafforzando i servizi di accompagnamento legale e psicologico offerti dalla Defensoria de la Mujer I’x gestita da ASOREMI, unico centro antiviolenza presente nella regione, davanti all’emergenza COVID-19.
  • Aumentare la consapevolezza del personale docente e degli studenti/esse delle scuole secondarie di Nebaj su relazioni e violenza di genere generando spazi di riflessione e sensibilizzazione tra attori chiave del processo educativo e tra i giovani, costretti negli ultimi mesi in casa in situazioni famigliari spesso violente. Ciò fornirà strumenti ai docenti per essere punti di riferimento più consapevoli e agli alunni/e per essere più coscienti nel gestire relazioni di genere eque sia tra coetanei che in famiglia.

Questo progetto è finanziato
dall’ Otto per Mille della Chiesa Valdese