Cosa resterà del progetto PAISIM
Attivo

di Carlotta Fiorino, Coordinatrice CISV progetto PAISIM

«Sarà un viaggio bellissimo», con queste parole è iniziata ufficialmente il primo giugno 2017 l’esperienza del Programma d’Appoggio all’Impresa Sociale e all’Iniziativa Migrante nelle Regioni di Saint Louis, Louga e Thiès in Senegal (PAISIM AID 10917) cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo – AICS, che giungerà alla sua naturale conclusione il 30 settembre 2020.

Un progetto che ha visto l’impegno e la partecipazione attiva di dodici partner italiani e senegalesi : CISV, ASESCAW, RE.TE, IPSIA, FAPAL, Sunugal Senegal e Italia, CRESUD, Comune di Torino, Comune di Milano, Università degli Studi di Torino – CISAO, ETIMOS FOUNDATION, per un periodo di 40 mesi.
Una cordata che, grazie all’opportunità e all’impegno della cooperazione italiana, si è potuta riunire intorno a un obiettivo comune: contribuire alla riduzione della povertà e delle cause profonde della migrazione irregolare attraverso il sostegno all’economia rurale nel nord del Senegal.

Una sfida, quella del progetto PAISIM, che ci ha permesso di accompagnare le ambizioni sociali e di business di 196 micro imprese rurali, 14 micro imprese verdi e 10 imprese di iniziativa migrante, per un totale di 220 micro imprese divise nelle tre regioni d’intervento. Ciò è stato possibile grazie a un modello di accompagnamento all’imprenditoria, mirato e strutturato, nel corso di 30 anni di attività di CISV in Senegal, e soprattutto grazie al suo partenariato storico e strategico con l’organizzazione contadina ASESCAW.

Il modello fonda le sue radici nella consapevolezza che il mondo contadino e migrante abbia una visione di impresa permeata di ambizioni sociali, e che l’imprenditorialità sia una qualità straordinaria propria solo di chi ha la forza delle proprie idee e il coraggio del rischio. Quindi l’accompagnamento fornito da PAISIM si è sempre posizionato un passo indietro, mettendo al primo posto le competenze e la capacità non solo del mondo contadino ma soprattutto degli imprenditori che ne fanno parte.

Questo approccio ha visto la sua carta vincente nell’impresa sociale CAPER SAS, che dell’accompagnamento alle piccole e medie imprese ha fatto il suo marchio di fabbrica fin dalla fondazione avvenuta nel 2016. Oltre ad attore leader nell’accompagnamento e nella stimolazione dell’ambiente in cui le imprese sociali contadine vivono e prosperano, CAPER SAS è il sunto storico delle esperienze positive e negative del contesto rurale nel nord del Senegal.

Il progetto PAISIM è stato però anche tanto altro: mi riferisco in particolare alla riflessione e alla definizione di cosa sia un’impresa sociale in Senegal e nel mondo contadino e migrante: essere impresa sociale qui vuol dire investire risorse economiche a beneficio del proprio territorio, impegnarsi con gli stakeholder riconoscendo il valore e il senso di essere impresa che proviene dal radicamento sociale e comunitario.

Vuol dire però anche non essere “riconosciuti”, esistere ma non essere visti.

Dall’osservazione e dalla ricerca sul campo abbiamo quindi sollevato il velo che ricopriva il mondo dell’imprenditoria sociale contadina, consapevoli che fosse davanti ai nostri occhi ma anche che il nostro sguardo non fosse sufficiente a captarne e contenerne tutta la complessità. Da questo percorso è nato il “Libro Bianco dell’imprenditoria sociale contadina in Senegal: l’esperienza di CAPER SAS”. Un documento che, con l’appoggio dei leader del mondo contadino (partner e non del progetto), capitalizza l’esperienza di accompagnamento e la riflessione del progetto PAISIM, ma che ha l’ambizione di guardare oltre: verso la rivitalizzazione di una riflessione sull’imprenditoria sociale contadina che punti al riconoscimento giuridico dello statuto di impresa sociale in Senegal.

Ciò che inoltre si è costruito e che rimarrà del progetto PAISIM sono le migliorate capacità tecniche, di gestione amministrativa, contabile, finanziaria e di leadership degli imprenditori e delle imprenditrici partner, la formalizzazione giuridica di 108 imprese, le certificazioni verdi dei prodotti, gli equipaggiamenti donati, un fondo rotativo di credito a condizioni agevolate, un sistema di rating economico e sociale, uno strumento di commercializzazione sociale dei prodotti agricoli denominato “Seel Neek” e, soprattutto, la voglia di continuare a cooperare insieme.

Rimarrà infine, last but not least, il ruolo di CAPER SAS come strumento di durabilità del progetto, che continuerà il suo percorso di accompagnamento iniziato prima di PAISIM e affinatosi attraverso di esso.

Vorrei poter concludere dicendo che tutto è stato esattamente come lo avevamo immaginato prima e progettato poi, ma non sarebbe la verità. Un progetto per sua natura è esattamente questo, un “divenire insieme” che ci dà la possibilità di scoprire sempre qualcosa di nuovo, di migliorare i metodi, le tecniche, la visione di un mondo complesso. Il progetto PAISIM è stato un insieme di processi dinamici e innovativi con un approccio sistemico, che ha tenuto conto dei tanti livelli all’opera nel mondo dell’imprenditoria e che ne ha indagato la complessità al fine di coglierla per guardare insieme più lontano.

Avevamo ragione quindi, la strada sin qui è stata bellissima, ma lo sarà e dovrà essere ancora.

Attivo